Morì fuori dalla casa di riposo: quattro indagati

UDINE. Scalza e con la sola canottiera a coprirla, l’ospite di 86 anni è uscita dalla sua camera al primo piano, nella casa di riposo di Aviano all’epoca gestita da Sereni orizzonti. Ha percorso il corridoio, fino alla porta di sicurezza che si affacciava sul cortile. Ha camminato per alcuni metri, poi è caduta a terra, ferita. Sull’erba, esposta al gelo invernale, è deceduta. Accadeva il 28 dicembre 2016.
In base alla ricostruzione della Procura, la fuga dell’anziana è avvenuta intorno alle 3, il decesso per ipotermia è stato collocato intorno alle 4.30.
L’anziana, ospite nella struttura da alcuni mesi, soffriva di demenza senile. Il pm Maria Grazia Zaina ha aperto un fascicolo per abbandono di persona incapace (quattro gli indagati a vario titolo).
A gennaio ha poi affidato ulteriori accertamenti al consulente tecnico Alberto Marsilio, in particolare una verifica dell’adeguamento della struttura in via Montecavallo alla nuova destinazione d’uso (da albergo a casa di riposo per non autosufficienti).
Alla fine di febbraio il gip ha nominato un perito, l’ingegner Ermanno Brusadin, per una verifica sul funzionamento del sistema d’allarme della struttura. Perizia svolta nella forma dell’incidente probatorio e con urgenza, visto che come ha osservato il pm l’edificio sarebbe stato presto oggetto di ristrutturazione.
Il 1° aprile il caso approderà in udienza preliminare. Il pm Zaina ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro indagati. Si tratta di Valentino Bortolussi, 41 anni, residente a Udine, legale rappresentante della spa titolare della concessione della struttura; Judmilla Jani, 46 anni, residente a Udine, dirigente d’area per Sereni Orizzonti e direttrice di fatto della struttura di Aviano; le due operatrici sociosanitarie in servizio alla casa di riposo Sofia D’Anna, 36 anni, domiciliata a Roveredo in Piano e Ninela Cristiana Calotta, 45 anni, residente a Pordenone.
A Bortolussi e Jani, assistiti dall’avvocato Maurizio Miculan, il pm ha contestato di non aver predisposto le idonee cautele organizzative e dotazioni per scongiurare l’allontanamento degli ospiti non autosufficienti.
Gli inquirenti hanno appurato che al primo e secondo piano le telecamere non funzionavano e gli allarmi suonavano all’apertura della porta, spegnendosi alla chiusura dell’anta, non consentendo agli operatori di verificare a che ora fosse stata varcata.
Agli stessi indagati il pm ha contestato di aver imposto alle uniche due operatrici del turno di notte di sbrigare varie attività sui tre piani a scapito della funzione di vigilanza e assistenza. Il pm ha ravvisato che D’anna (avvocato Alessandro De Paoli) e Calotta (legale Paolo Luisa Vissat) non hanno verificato che l’anziana fosse nella sua stanza fra le 22 e le 3.30 e hanno chiamato il 118 solo alle 4.55
È stata D’Anna ad accorgersene e ha subito avvisato la collega, impegnata in un’emergenza con un altro paziente. Insieme hanno cercato l’anziana, trovandola poi nel cortile. —
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