Mondo dello sport in lutto, è morta Maurizia Lenardon

TARVISIO. Il mondo dello sport italiano (e non solo quello) è più povero. Giovedì è morta Maurizia Lenardon, classe 1961, triestina che da anni aveva scelto la foresta di Tarvisio per vivere con il marito e lavorare. È stata campionessa di nuoto e di windsurf, era maestra di sci e proprio a Tarvisio aveva aperto uno studio di fisioterapia “innovativa”.
Il suo sorriso mancherà a molti negli ambienti non soltanto sportivi nei quali aveva lasciato il segno. Era la madre di Andrea Ferin, campione di windsurf oltre che allenatore di sci e uno dei primi studenti del liceo sportivo Bachmann di Tarvisio.
Il 2 maggio Maurizia avrebbe compiuto 55 anni. Quando ne aveva soltanto dodici, con la Triestina nuoto, cominciava a vincere il primo dei suoi 18 titoli italiani di categoria.
Era una ranista, uno stile perfetto, serietà e grinta in un mix estremo che nel 1976, a Rapallo, la portava a conquistare il titolo italiano assoluto nei 200 rana, dopo quello conquistato l’anno prima a Padova nella mitica staffetta 4x100 mista assieme a Giulia Pettener, Roberta Calvani e Laura Sterni allenata da Franco Del Campo. Tredici le sue convocazioni in azzurro.
«È un dolore estremo – dice proprio Del Campo – sapere che una persona, una ragazza, una donna così vicina e così importante e brava sia scomparsa a questa età. Come atleta era una grandissima: fortissima sciatrice e ranista, una rana tutta sua, particolare, basata più sulla forza che sulla fluidità, ma con tenacia e determinazione Maurizia otteneva risultati eccezionali.
Era una delle punte di forza di quella famosa staffetta che rappresentò il culmine di una dimensione affettiva di vicinanza, nel rispetto dei ruoli, tra allenatore e atleti».
Il nuoto e poi il cambio: dall’acqua clorata della vecchia piscina Bianchi sulle rive a Trieste a quella salata del mare, sulla tavola del windsurf.
E subito i titoli tricolori e le partecipazioni a europei e mondiali. Nemmeno la nascita di Andrea fermava la sua fame di sport: eccola allora stabilire in Sardegna il primato italiano di velocità (25,64 nodi) e ancora successi nazionali e internazionali fino al 1991 quando arrivavano il tricolore e il settimo posto al mondiale “funboard” in Norvegia e l’anno successivo il mondiale “raceboard” sul lago Balaton con il bis nel 1995.
Tanta acqua, ma anche tanta neve e montagne, perché Maurizia la “patacca” di maestra di sci l’aveva conquistata senza fatica facendosi largo anche in questo mondo, partecipando anche a gare di livello. Passioni trasmesse al figlio Andrea, grande promessa dello sci frenato dai soliti infortuni, ma poi grande sulla tavola fino a sfiorare la qualificazione alle ultime Olimpiadi.
Tarvisio quindi, dove Maurizia Lenardon aveva scelto di vivere assieme al marito Maurizio Pelos, che proprio qui ha aperto un negozio, anche questo particolare, di arredamento “naturale”. Il loro sogno si stava avverando: la ristrutturazione di una casa a Fusine.
Ma a settembre la malattia ha bussato e con dignità e forza Maurizia ha affrontato anche quella. Neanche un mese fa, insieme con un’amica tarvisiana, era salita per l’ultima volta al borgo del monte Lussari. Sempre con il sorriso assaporando ogni angolo di quelle che erano diventate le sue montagne. I funerali domenica, alle 14.30, nella chiesa di Camporosso.
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