Modello Sacile, in ospedale riabilitazione respiratoria Il servizio partito sotto la direzione di Francesco Mazza, primario di pneumologia «Patologie in aumento, la struttura diventi un polo capace di attrarre pazienti»

SACILE. Malattie respiratorie in aumento nel pordenonese: 850 pazienti di notte respirano con il “ventilatore” e 331 sono in ossigenoterapia domiciliare 24 ore su 24. A Sacile è partita la riabilitazione polmonare in gennaio 2016 con il primario di pneumologia Francesco Mazza. «Vari fattori portano all’aumento delle patologie respiratorie – ha detto Mazza –. L’innalzamento dell’età media, fumo, smog e ci anche cause professionali nei luoghi di lavoro».
La riabilitazione respiratoria a Sacile è un nuovo servizio della sanità riformata dalla legge regionale, nel quadro delle terapie cardio-polmonari. I posti letto per la riabilitazione cardio-polmonare post-acuzie in degenza saranno definiti con flessibilità nel Modello Sacile 2.0. È un tassello del mosaico della buona sanità: sarà esportato in vari poli friulani per dare gambe alla riforma che pone al centro i pazienti e il rapporto con il territorio.
Gli interventi. «I programmi di riabilitazione polmonare utilizzano competenze di varie discipline sanitarie che si integrano in un programma progettato su misura per le esigenze di ogni paziente – ha sottolineato Mazza –. In particolare i pazienti con malattie polmonari invalidanti richiedono una valutazione individuale delle loro esigenze».
Chi riabilitare. «I programmi di riabilitazione respiratoria sono indirizzati a pazienti affetti da malattia cronica polmonare: soffrono di sintomi di mancanza di respiro e affaticamento come la bronco pneumopatia cronica ostruttiva – è il dettaglio del primario di pneumologia –. Nell’area vasta pordenonese 331 pazienti sono obbligati ad assumere ossigeno per 24 ore: ci rendiamo conto dell’importanza di arrestare o rallentare il progressivo deterioramento della funzione polmonare». La riabilitazione è effettuata nella struttura di cardiologia preventiva e riabilitativa del presidio ospedaliero a Sacile diretta da Francesco Antonini Canterin, con la collaborazione della caposala Carla Gaudenzi.
La cura. Ogni paziente è preso in carico dal team multidisciplinare: lo specialista pneumologo Caterina Baghiris, fisioterapista, infermiere per la terapia medica, psicologo per la valutazione stato d’ansia o depressione, il dietologo per le indicazioni nutrizionistiche, l’assistente sociale per la valutazione dei bisogni assistenziali. La frequenza di trattamento è di due o tre volte a settimana nei pazienti ambulatoriali, più un minimo di due sedute domiciliari addizionali per settimana. Ciclo di riabilitazione respiratoria medio di quattro settimane e si consiglia poi un piano di lavoro al domicilio. Viene programmato un controllo a distanza per la verifica di mantenimento dei risultati ottenuti.
«Sacile dovrebbe essere “il Gervasutta” dell’area vasta pordenonese – ha detto Mazza –. Un ospedale specialistico per la riabilitazione». Un’eccellenza sanitaria, quindi, capace di bloccare la fuga di tanti pordenonesi nelle strutture sanitarie fuori regione, a Motta di Livenza. «l Modello Sacile 2.0 – può essere potenziato nelle terapie di riabilitazione nel settore neurologico, ortopedico e cardio».
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