Mibb in crisi, attesa la decisione del giudice

Cormòns, se ci fosse l’ok al concordato si aprirebbero spiragli. Cgil-Fillea: 30 famiglie in difficoltà
Di Matteo Femia

NS. Cassa integrazione straordinaria per i 30 dipendenti e richiesta da parte dell’azienda del concordato in bianco. Questa la situazione della più antica fabbrica cormonese in attività, la Mibb, che dal 1968 produce lettini e mobili per bambini: una delle ditte di riferimento del commercio isontino, una vera e propria istituzione conosciuta anche fuori dal panorama nazionale. Negli ultimi tempi, però, il vento delle difficoltà economiche ha iniziato a soffiare anche su di essa.

«Già da qualche mese - spiega Luciano Sartori, che sta seguendo l’evolversi del caso per la Cgil-Fillea - dei 30 dipendenti un terzo si trovava in regime di solidarietà: da agosto però tutti sono stati messi in cassa integrazione straordinaria, e l’azienda ha presentato un piano per un concordato in bianco, sul quale dovrà ora pronunciarsi il giudice. Va da sé, che questo passaggio sarà fondamentale per capire le prospettive per l’azienda e di conseguenza anche per i lavoratori: se il giudice dovesse dare l’ok al concordato si potrebbero aprire degli spiragli per mettere sul mercato l’impresa, nel caso qualche acquirente fosse interessato a rilevarla».

In caso contrario, si avvicinerebbe lo spettro della chiusura definitiva. «Come sindacato siamo ovviamente preoccupati perché in ballo c'è il futuro di trenta famiglie - continua Sartori -, ma stiamo seguendo passo dopo passo questa vicenda sperando che ci possa essere un lieto fine, anche se la situazione al momento è delicata. I lavoratori sono fermi da agosto, e stanno attendendo il pagamento delle mensilità arretrate». Tra i dipendenti in bilico anche qualche famiglia monoreddito, che sta soffrendo più delle altre il momento di incertezza.

«Lo scenario è sicuramente difficile al momento - conclude Sartori -, l’azienda ha dimensioni ridotte rispetto ad altre realtà molto più grandi, ma ha anche un nome molto considerato nel settore dell’arredo per bambini. Certamente più passa il tempo e aumentano le incognite, e più nei lavoratori cresce la preoccupazione. Si sperava che una cordata di imprenditori potesse acquisire in questi mesi l’azienda, ma il subentro ipotizzato non è mai avvenuto. Il lato positivo di queste settimane di crisi è che almeno i lavoratori possono contare sugli ammortizzatori sociali previsti per legge». La Mibb, come detto, è un’istituzione nel mondo dell’arredo per bambini: commercia con vari Paesi d’Europa.

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