Mense, il Comune di Pordenone fa causa allo Stato

Il credito mai incassato è arrivato a quota 600 mila euro e così il Comune, stanco di sollecitare invano il rimborso di quella somma, ha deciso di fare causa. Di fare causa allo Stato.
La storia. La vicenda dei pasti degli insegnanti e dei bidelli (oggi si direbbe personale Ata) dura da ormai 13 anni (il periodo contestato va dal 2002 al 2015), anni di lettere, domande inevase, senso di responsabilità da parte del Comune che però ora si è stancato di continuare a colmare le mancanze del governo centrale. Questi costi dovrebbero essere sostenuti dallo Stato in quanto si tratta di personale alle dipendenze dell'amministrazione centrale, ma negli anni da Roma è arrivato solo una quota a coprire la somma sostenuta dal Comune. Quando nel 2014 l’assessore Flavia Rubino ha cercato di sollecitare la controparte, lo Stato ha iniziato a sostenere che la somma corrisposta al Comune andava intesa come un contributo alla spesa. In realtà non solo lo Stato dovrebbe provvedere a quel costo per intero, ma questa copertura ad alcuni Comuni ha continuato a garantirla, creando di fatto uno squilibrio.
La causa. Pordenone è il primo Comune in Italia a promuovere un’azione legale per recuperare le somme che spettano all’ente locale. Nei giorni scorsi l’assessore e la dirigente del settore istruzione, Patrizia Mauro, hanno incontrato a Roma la commissione nazionale dell’Anci che si occupa di istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica. L’associazione nazionale ha messo a disposizione del Comune il proprio studio legale per sostenere l’amministrazione nella causa.
Tensioni con il Confidi. Ieri intanto la giunta comunale ha deliberato, nell’ambito del settore urbanistica, un atto unilaterale d’obbligo che impone al Confidi di Pordenone, che ha costruito la nuova sede tra via Tessitura e via Oslavia, la realizzazione a proprie spese di parcheggi di relazione e di un percorso pedonale di collegamento tra il tratto di marciapiede esistente su via Tessitura e l’inizio di via Oslavia. Il Confidi, in base alla delibera, dovrà anche «cedere ed asservire all’uso pubblico le opere di urbanizzazione e relative aree; provvedere in perpetuo, a proprie spese, alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei parcheggi di relazione e del percorso pedonale». E senza questo impegno – recita la delibera in tono imperativo – non sarà concesso il certificato di agibilità dell’edificio».
Giunta. L’esecutivo Pedrotti, poi, ha deliberato la partecipazione all’iniziativa “Mi illumino di meno” – che ieri sera per altro ha portato allo spegnimento simbolico anche del municipio – e ha affidato al settore “Finanze e programmazione economica – Unità operativa complessa tributi” e al proprio responsabile, la competenza per garantire la mediazione nel caso di controversie, in materia tributaria, del valore inferiore ai 20 mila euro. Questa procedura è prevista – a partire dallo scorso gennaio – dal decreto legislativo 159 del 2015.
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