Meno cani abbandonati, ma molti quelli restituiti

Udine, l’Enpa: in diversi casi dipende da situazioni di povertà e disagio sociale. Amici degli animali: cerchiamo di trovare una famiglia a queste bestiole
ANTEPRIMA Pocenia cani abbandonati
ANTEPRIMA Pocenia cani abbandonati

UDINE. Costretti a portare al canile il proprio cane a causa della crisi economica. A differenza del passato il numero degli abbandoni degli amici a quattro zampe è in progressiva riduzione, non altrettanto si può dire delle restituzioni, sempre più frequenti, alle strutture che si occupano dell’assistenza agli animali domestici.

La ragione è semplice: l’impiego del microchip per identificare un animale e il suo padrone ha arginato il fenomeno dell’abbandono, che era frequente soprattutto in estate, poichè ora è molto facile risalire all’identità del proprietario.

E le sanzioni previste per tale reato nell’articolo 727 del codice penale sono pesanti, prevedono infatti l’arresto fino a un anno o l’ammenda da 1000 a 10.000 euro.

D’altro canto, però, esistono persone che vedono improvvisamente peggiorare la propria situazione: la perdita del lavoro, una separazione, un trasferimento, un ricovero in una casa di riposo o una situazione di indigenza sono le cause che più spesso portano a una restituzione.

«Registriamo un crescente numero di rinunce alla proprietà da parte di persone che per le mutate condizioni di vita si rivolgono a noi chiedendo il ricollocamento di cani o gatti che non sono più in grado di tenere» conferma Gabriella Giaquinta, presidente dell’associazione Amici della Terra.

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«A titolo d’esempio – aggiunge la Giaquinta – nel canile di Porpetto, dove siamo presenti con i nostri volontari fin dal 2003, al 30 maggio del 2016 c’erano 90 cani, di cui 10 entrati nel 2016 mentre ne sono usciti 19 per ricollocamento in adozione. La normativa prevede in questi casi che i Comuni di residenza delle persone rinunciatarie sono tenuti a collocare il cane nel canile convenzionato, ma spesso le persone si rivolgono a noi per trovare una soluzione meno traumatica per il loro animale e perché sperano di individuare una nuova famiglia affidataria».

L’Enpa sezione di Udine attualmente si occupa di 75 cani da ricollocare, in passato sono stati anche più numerosi. A confermarlo è la residente Elena Riggi.

«Gli abbandoni ci sono – ammette – ma sono diminuiti. In parte riguardano cani senza microchip, che sono fuggiti da casa e si sono allontanati, il numero delle catture di cani vaganti si aggira sui 200 casi al semestre. Poco meno del 40 per cento degli animali ospitati al Rifugio del cane sono stati trovati mentre vagavano sul territorio senza microchip e nessuno si è presentato per riconoscerli. Ma il numero delle entrate di cani che vengono restituiti perché provenienti da situazioni di indigenza o disagio sociale è in costante aumento. Abbiamo ad esempio casi di persone o di intere famiglie che hanno subito lo sfratto e che possiedono uno o più cani cui non riescono più a provvedere, anziani costretti a lunghi ricoveri, trasferimenti o persone che hanno cambiato lavoro e non sono più nelle condizioni di accudire un animale domestico. Ma anche i problemi di salute, l’incompatibilità con i membri della famiglia, con altri animali, o più semplicemente il “troppo impegno nel gestire gli animali” sono fra le motivazioni alla base della grande richiesta emersa in questi ultimi tempi di ricusazione del proprio animale».

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Un’altra categoria di animali che finiscono sotto la custodia dell’Enpa è quella dei cani vittime di malcustodia e maltrattamento. «Capita sempre più stesso – segnala Riggi – e ciò è dovuto all’aumento della sensibilità da parte delle persone che segnalano queste situazioni e delle forze dell’ordine che intervengono. Sono animali difficili da ricollocare in quanto traumatizzati».

Per tutte queste bestiole, l’unica speranza è quella di trovare una famiglia disposta a prendersi cura di loro e ad accettarli con una storia di abbandono alle spalle, l’associazione Amici della Terra e l’Enpa ne segnala tanti in cerca di una casa.

«All’origine di questo fenomeno c’è la superficialità nella scelta di un animale domestico – osserva Riggi – spesso si arriva a una scelta attraverso le foto postate in rete, senza conoscere bene l’animale e senza tener conto di quelle che saranno le sue esigenze e le sue dimensioni, salvo ricredersi in seguito».

Diversa la situazione dei gatti che registra numerosi abbandoni. «Alcune persone non li sterilizzano e poi si disfano dei nuovi nati piazzandoli all’interno delle colonie feline, dove peraltro gli esemplari vengono sistematicamente sterilizzati». Nel primo semestre del 2016 l’Enpas ne ha accolti 43, altri 55 sono stati sistemati. Nel 2015 a fronte di 115 bestiole accolte ne sono uscite 117, mentre nel 2014 erano 109 i gatti accolti e 101 quelli usciti.

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