Mar Market, cibi mondiali nel negozio di quartiere
Sono partiti una decina d’anni fa in sordina. Quando la grande distribuzione ha iniziato a fagocitare uno dopo l’altro i piccoli supermercati di quartiere in città, padre e figlio hanno capito che dovevano innovarsi, reinventarsi. E così hanno guardato con occhi nuovi il quartiere in cui lavorano, un quartiere in cui gli africani sono di casa, e hanno provato a trasformare il loro supermercato tradizionale in un negozio che vendesse i prodotti di altre culture. E’ così che il Mar Market, nel cuore di Villanova, nel giro di qualche anno è diventato il supermercato di riferimento per gli immigrati che vivono a Pordenone e provincia. Ed è così che Raffaelo e Marco Presotto – che “in bottega” lavorano con mamma Angela – dicono senza problemi che «gli immigrati ci hanno salvato. Oggi sono il 70 per cento della nostra clientela. Se così non fosse anche questo negozio avrebbe chiuso».
Un caso unico nel suo genere, tanto che di recente il Mar Market è finito anche al telegiornale della Rai. Non c’è stata solo l’intuizione di introdurre prodotti etnici a determinare il successo della trasformazione di questa piccola impresa. Il risultato del Mar Market è il frutto di una capacità imprenditoriale spiccata in Marco e in uno stile di accoglienza che i genitori hanno e trasmettono al figlio. E’ anche il risultato «di una scelta fatta al momento giusto. Oggi, che tanti immigrati sono andati via, comunque il bacino si è ristretto. Difficilmente un’altra attività come questa reggerebbe».
In un giorno della settimana chiunque entri può trovare clienti che arrivano da Pinzano (del Burkina) come da Fiume Veneto (ghanesi) perché gli africani sanno che «certi prodotti li vendiamo solo noi». Marco tiene i rapporti con i fornitori e negli anni è andato alla ricerca dei prodotti che i clienti stessi chiedevano, riuscendo così a fidelizzarli. Poi il passo successivo: l’acquisto di quantità da grossista che vengono spedite dagli immigrati nei loro Paesi d’origine.
«In questo caso tratto coi grossisti per avere un buon prezzo –afferma –. A volte si tratta di prodotti che in Africa non vengono venduti con l’applicazione dell’Iva, ma in Italia va pagata. Allora i clienti sanno che, quando tornano da me con la bolla che mi dimostra che i prodotti sono arrivati a destinazione, rifondo l’imposta. Diversamente non potrei fare perché avrei problemi con la Finanza. Si tratta di tante piccole accortezze che devi avere e che richiedono tempo e pazienza all’inizio, ma che si rivelano un valore aggiunto per il servizio che offri». Perché chi arriva in negozio è più di un cliente. Chi chiede aiuto per le carte da compilare, chi si confida, chi chiede “credito”.
«A volte puoi rimetterci qualcosa – dice Marco – ma anche quello fa parte del gioco». E gli italiani? Non sono spariti. «Chi capisce che l’incontro con altre culture è una ricchezza, continua a venire». Anche perché Mar Market ha scelto anche in questo caso una politica di prezzi “accattivante”. «Non teniamo molti prodotti per gli italiani – spiegano – ma quelli che abbiamo riusciamo a proporli a prezzi molto competitivi e, specie di questi tempi, diventa un’opportunità per molti clienti».
La cartina geografica del Ghana, souvenir che i clienti stessi hanno portato negli anni, rendono diverso questo luogo dai normali supermercati. I clienti che tornano nel proprio Paese per una vacanza, quando rientrano portano sempre qualcosa e i Presotto la tengono in negozio. «Se cucinano qualche piatto particolare ce lo portano ad assaggiare, ci invitano alle loro feste. Una volta una ragazza entrando si è messa a piangere. Le ho chiesto se avesse dei problemi – racconta Raffaelo – ma lei mi ha risposto: sentire qua dentro la musica del mio Paese mi fa sentire a casa».
Martina Milia
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