Manette dopo la lite, Cc a processo per arresto illegale

di Luana de Francisco LATISANA Accusato di arresto illegale, ingiurie e percosse, per avere ammanettato e condotto in caserma un uomo, sorpreso al supermercato a leggere un giornale, senza averlo...

di Luana de Francisco

LATISANA

Accusato di arresto illegale, ingiurie e percosse, per avere ammanettato e condotto in caserma un uomo, sorpreso al supermercato a leggere un giornale, senza averlo prima acquistato, e rifiutatosi poi di esibire il proprio documento di identità. È ciò di cui Rinaldo D’Alonzo, 43 anni, originario di Termoli e residente da una decina d’anni a Latisana, dove presta servizio nella locale stazione dei carabinieri, con il grado di appuntato scelto, è stato chiamato a rispondere, nel processo in corso davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Roberto Pecile. Ieri, l’udienza che ha visto sfilare il querelante, tre dipendenti della Coop di Latisana - quella a due passi dalla caserma dell’Arma - e i due colleghi dell’imputato intervenuti sul posto.

L’episodio risale al pomeriggio del 22 marzo 2010. Stando alla ricostruzione della Procura, D’Alonzo avrebbe abusato dei poteri delle proprie funzioni, per procedere all’arresto dell’uomo, un latisanese di 61 anni. Arresto che il sottufficiale avrebbe compiuto, a seguito del rifiuto dell’altro di presentare un documento attestante le proprie generalità e, comunque, al culmine di una discussione, degenerata in una serie di spintoni. Una cosa è certa: a dare origine alla lite è stato lo scambio di battute avvenuto nell’edicola interna al supermercato. Notato l’uomo intento a leggere uno dei giornali messi in vendita, il carabiniere - che quando è entrato alla Coop, non essendo in orario di servizio, vestiva abiti borghesi - lo ha rimbrottato, offrendosi di regalargli un euro, pur di porre fine a quell’azione a suo dire vergognosa. Il dibattimento sta cercando di stabilire chi abbia provocato chi e cosa i due si siano esattamente detti. Nella querela presentata in Procura subito dopo essere stato rilasciato dalla caserma dei carabinieri - l’arresto è durato sì e no un’ora -, il 61enne, che si è costituito parte civile con l’avvocato Francesco Pittino, ha dichiarato di essere stato percosso al collo e poi sbattuto contro una scaffalatura. La speranza delle parti è che a fare chiarezza sia il video delle telecamere interne al punto vendita. Intanto, per la prossima udienza, quando è previsto anche l’esame dell’imputato, il pm Maria Caterina Pace e il difensore, avvocato Lorenzo Cudini, hanno chiamato a testimoniare altri tre carabinieri.

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