Maltempo, Toninelli: in Friuli danni enormi, subito la messa in sicurezza della zona

Il titolare dei Trasporti a Ovaro, Paluzza e Tolmezzo: «Il Governo c’è, preparate i progetti per attivare le risorse pubbliche»
Da sinistra Massimiliano Fedriga, governatore del Fvg con il ministro Danilo Toninelli e Mara Beorchia, sindaco di Ovaro
Da sinistra Massimiliano Fedriga, governatore del Fvg con il ministro Danilo Toninelli e Mara Beorchia, sindaco di Ovaro

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TOLMEZZO. «In Friuli Venezia Giulia ho visto danni enormi, il Governo c’è ed è vicino a questo territorio. Solo con l’interazione con la Regione e i sindaci riusciamo a portare a casa i risultati nel minor tempo possibile».

Lunedì pomeriggio, alla fine dei sopralluoghi effettuati in Carnia, a Ovaro e a Paluzza, il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha garantito la semplificazione delle norme perché «la priorità del Governo è dare normalità alla comunità colpite dal maltempo». Il ministro ha chiesto alla Regione di «preparare prima possibile i progetti per attivare le risorse pubbliche disponibili al ministero dell’Ambiente per la messa in sicurezza del territorio che è la massima priorità che porteremo avanti».

Accompagnato dai vertici dell’Anas, il ministro è arrivato a Ovaro dopo le 13.30. Toninelli ha espresso umana vicinanza ai sindaci, ha stretto le mani ai volontari della protezione civile e assicurato lo sblocco dei fondi per avviare le opere della post emergenza: «Nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri dichiarerà lo stato di emergenza anche per il Friuli Venezia Giulia».

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Oltre ai fondi statali, il ministro ha garantito pure l’investimento nella messa in sicurezza della rete viaria degli utili che registrerà la società pubblica a cui sarà affidata in house la gestione di Autovie Venete. E se l’obiettivo «è garantire servizi di qualità e la sicurezza ai cittadini», per il ministro è finito il tempo in cui si interviene solo dopo le emergenze, gli interventi contro il dissesto idrogeologico non possono più attendere.

«Il Friuli Venezia Giulia ne ha tantissimo bisogno». Il ministro ha voluto accertare di persona l’entità dei danni per portare le istanze del territorio a Roma. Al sindaco di Ovaro, Mara Beorchia, che insisteva sulla semplificazione delle norme per scongiurare il peggio in una montagna fragile e minacciata dallo spopolamento, Toninelli ha assicurato di aver già parlato con il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

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E proprio, lunedì, a Trieste, la Regione ha firmato con il sottosegretario Vannia Gava, l’accordo per lo sblocco dei primi 40 milioni di euro contro il dissesto idrogeologico.

«Ci sono tante necessità, non ricordo danni di questa entità negli ultimi decenni, è importante intervenire subito. Il Friuli Venezia Giulia è la prima regione che sta portando avanti questi progetti». Da qui le rassicurazioni sulla semplificazione delle norme. «In tante occasioni le norme servono ma in emergenza no», ha ribadito il ministro prima di riconoscere la forza dei dei friulani: «State mettendo in campo una capacità di intervento straordinaria».

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A Comeglians, di fronte al ponte spazzato via dall’acqua, il ministro ha toccato con mano la concretezza dei friulani. Qui le imprese coordinate dai tecnici di Fvg strade stanno lavorando senza sosta e la posa dei manufatti in cemento per la costruzione del ponte alternativo è iniziata. Non è escluso che la prossima settimana il traffico pesante possa ripercorre la strada regionale 355 e consentire, come ha fatto notare il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, alla Goccia di Carnia di poter garantire le forniture d’acqua fuori regione. Mediamente dallo stabilimento di Pierabech (Forni Avoltri) partono circa 50, 60 autotreni al giorno.

I tecnici di Fvg strade pensano di aprire il ponte alternativo provvisorio, che sorgerà a fianco di quello crollato, a senso unico alternato, dalle 6 alle 20 di sera. Stanno valutando se garantire o meno anche il traffico notturno. Sul ponte crollato, invece, saranno effettuate le verifiche strutturale per valutare se sarà possibile recuperare l’infrastruttura. Nei municipi e di fronte alle strade interrotte, Fedriga ha calcato la mano sul bilancio dei danni perché l’obiettivo è portare a casa i fondi e le deroghe per alleggerire le procedure.

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«La nostra Regione ha subito danni ingenti quantificati, per ora, in almeno 500 milioni di euro, 60 dei quali solo per ripristinare la viabilità principale. Ma subito dopo ci sarà da intervenire anche sulla manutenzione dei corsi d’acqua e dei laghi». Il presidente ha citato un esempio per tutti: «Il lago di Barcis è stato riempito per un terzo da 10 milioni di metri cubi di ghiaia. Rimuoverla significa muovere 500 mila camion. Non possiamo appesantire la viabilità ordinaria, dobbiamo creare vie parallele che possano permettere l’intervento».

Fedriga non ha esitato ad aggiungere «ci servono risorse e pratiche più leggere. Abbiamo esperienze pregresse maturate nel 2003 in Friuli Venezia Giulia e nel 2010 in Veneto che possiamo ripetere». Il Friuli ha già dimostrato di saper fare bene e in tempi rapidi e questa esperienza non va perduta.

«Come Regione – ha concluso il governatore – abbiamo stanziato 10 milioni di euro, una cosa irrisoria rispetto all’entità dei danni». E Toninelli ha risposto: «La mia presenza in Carnia non sono chiacchiere». Da qui la visita del ministro è proseguita in località San Martino, a Paluzza e sulla strada statale 52 dove si è aperta la voragine per concludersi nel capoluogo carnico.

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