Maltempo, affari in picchiata.commercio I negozianti:«Rinviare i saldi»

UDINE. Una contrazione del volume di affari del 30 per cento. Causata dalle bizze del tempo, che hanno ritardato la corsa al rinnovo del guardaroba. Per questo le associazioni di categoria del Friuli Venezia Giulia chiedono di rinviare l’apertura della stagione dei saldi estivi, prevista per il 6 luglio.
Lo fanno accodandosi alla richiesta formulata a livello nazionale da Federmoda, che entro fine mese presenterà i risultati di un questionario dal quale emerge come il 46 per cento degli intervistati chieda con forza il rinvio all’ultima settimana di luglio della liquidazione estiva.
La pordenonese Antonella Popolizio, che gestisce sette negozi di abbigliamento, è la presidente regionale di Federmoda. «La richiesta così netta di spostare i saldi estivi non può essere ignorata: la nostra associazione seguirà questa indicazione, anche se è difficile che la modifica possa concretizzarsi già quest’anno», spiega.
«Il maltempo ha inciso pesantemente sulle vendite primaverili: le temperature rigide di maggio hanno penalizzato il settore, con i negozi che si ritrovano in magazzino tutta la merce della mezza stagione – aggiunge Popolizio –. In sostanza, è come se avessimo perso due mesi di lavoro: in regione abbiamo perso in media il 30 per cento del fatturato, con punte ben superiori nelle località balneari».
La strada è tracciata, dunque? La rappresentante di Federmoda frena. «A livello di associazione andremo avanti sulla richiesta di spostamento della data di partenza degli sconti. Ma, personalmente, non credo sia la panacea di tutti i mali: opterei per una liberalizzazione dei saldi, per permettere agli esercenti di decidere in libertà come gestire le proprie vendite».
Il presidente provinciale della Confcommercio udinese, Giovanni Da Pozzo, approva l’idea del rinvio: «Credo che sia una richiesta ragionevole, dettata da una motivazione strettamente meteorologica – spiega –. È anche vero che, probabilmente, è tardi per cambiare le regole: si rischiano le fughe in avanti di quei negozianti che, già pronti ai saldi, proporrebbero comunque formule di sconto. È evidente poi che esistano esigenze diverse a seconda del territorio di insediamento delle attività: nelle località balneari, ad esempio, è naturale un approccio più soft ai saldi nelle prime settimane».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marco Zoratti, numero uno di Confesercenti per la provincia di Udine: «Condividiamo la proposta avanzata dalle altre associazioni. Anche se i tempi sono stretti, riteniamo che un intervento in zona Cesarini da parte della Regione possa aiutare i commercianti, che hanno patito come mai prima d’ora gli effetti negativi del maltempo. Anche i nostri associati ci confermano le difficoltà di queste settimane, con una diminuzione conclamata del fatturato».
L’impostazione è condivisa anche da Mario Ulian, presidente provinciale di Federmoda Udine: «I tempi tecnici non sono particolarmente ampi, ma la decisione spetta alla Regione. Nei giorni scorsi ho partecipato a una riunione a Milano in cui si è affrontato largamente il tema: è probabile che a fine mese, quando l’assemblea nazionale si riunirà a Bologna, venga chiesto ufficialmente uno slittamento dell’avvio delle liquidazioni».
Proprio oggi, intanto, scatta lo stop alle vendite promozionali. La normativa in vigore prevede infatti che nei trenta giorni antecedenti l’inizio delle vendite di fine stagione non possano essere effettuate vendite promozionali di abbigliamento e calzature, biancheria intima, accessori, pelletteria, tessuti per abbigliamento ed arredamento.
In questo contesto s’inserisce la lotta impari che i dettaglianti sono costretti a ingaggiare quotidianamente con le piattaforme di vendita web, che essendo svincolate dai calendari fissati dalle Regioni possono proporre sconti - anche significativi - a piacimento.
«L’on-line ci fa la guerra: posticipare i saldi significherebbe perdere un’altra battaglia», riflette ancora Popolizio. Le perplessità dei commercianti friulani sono condivise anche dai colleghi del Veneto e della Toscana, che nei giorni scorsi hanno chiesto a gran voce di ritardare la partenza degli sconti, lamentando il crollo degli affari causato dalle condizioni meteorologiche avverse.
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