Malattia misteriosa, muore un giovane

Sacile, Umberto Corazza, 32 anni, deceduto dopo tre giorni di febbre altissima. I genitori hanno chiesto l’autopsia

SACILE. Una tragedia ha colpito il mondo dello spettacolo. Domenica sera è deceduto Umberto Corazza, musicista di Sacile.

Umberto, impiegato come geometra in uno studio professionale di Fontanafredda, ha lasciato nel dolore il papà Riccardo, collaboratore dell’associazione Pro Sacile, la mamma Caterina Basso, le sorelle Rosella e Margherita e la fidanzata.

Umberto aveva 32 anni. Da tre giorni era stato colpito da tosse, accompagnata da febbre alta. Domenica sera, visto il peggioramento delle sue condizioni di salute, i famigliari ne avevano richiesto il ricovero all’ospedale di Pordenone. Durante il trasporto in ambulanza, tuttavia, il giovane ha subito una crisi cardiaca che lo ha portato alla morte, in ospedale, nonostante il prodigarsi di medici e di paramedici. La causa del decesso è stata imputata, sulle prime, a un polmonite fulminante di origine virale. La salma, tuttavia, oggi sarà sottoposta all’autopsia per stabilire, con assoluta certezza, le motivazioni del decesso ma anche per verificare eventuali responsabilità.

Sabato, infatti, era stata consultata, telefonicamente, la guardia medica che, secondo quanto sosotiene la famiglia, non aveva dato peso ai sintomi accusati da Corazza. I funerali dovrebbero tenersi domani o, al più tardi, giovedì.

La sua scomparsa ha fatto rapidamente il giro del web, in virtù dei tanti contatti che Umberto, nella sua giovane esistenza, era riuscito a mettere insieme, soprattutto in campo artistico. Diplomatosi al conservatorio in flauto traverso, infatti, il giovane aveva continuato a operare in campo musicale anche dopo la conclusione degli studi.

Da ragazzo aveva dato vita agli Sherpa, uno dei gruppi underground più noti della Bassa pordenonese, alternandosi al flauto e alla voce. Di recente la band aveva concluso la registrazione di un album che diventerà il tributo all’anima degli Sherpa. Appassionato anche di fotografia, Umberto sembrava aver trovato la sua strada artistica come compositore di colonne sonore per film.

Con il cugino Matteo, disegnatore e regista cinematografico di Ghirano, anzi, aveva creato un fertile connubio artistico. Umberto, infatti, è stato il fonico ufficiale di tutti e tre i lavori cinematografici di Matteo. Un certo richiamo, a esempio, l’ha fornito il primo lungometraggio, intitolato Il mostro tossico, girato in molte località della provincia, da Pordenone a Ghirano, da Rivarotta a Brugnera, alla pedemontana. Assieme a Marco Balbinot e Mauro Bortolani aveva realizzato anche gli effetti sonori del noir anni Cinquanta, la cui prima, proiettata a Cinemazero, registrò un clamoroso tutto esaurito. La collaborazione è continuata anche per il nuovo lavoro di Matteo, il secondo lungometraggio Lost in devil’s country, le cui riprese dovevano concludersi a fine mese.

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