Magredi, un habitat unico tra Cellina e Meduna

CORDENONS. “Magredo” significa “terra magra”, cioè arida e povera d’acqua per la presenza dei sassi. In estate i prati aridi dei Magredi appaiono brulli e bruciati dal sole, definendo un paesaggio simile ad alcune lande desolate del meridione o alle steppe continentali dell’Europa orientale.
I depositi ghiaiosi del Cellina e Meduna danno origine a una serie di coni detritici che dalla base delle montagne si allargano verso la pianura. La principale fra queste strutture alluvionali è dominata dalla conoide che da da Montereale Valcellina a Maniago si protende a ventaglio fino a Cordenons e Pordenone.
Nelle fotografie scattate dai satelliti, essa appare come un’enorme macchia bianca al centro del territorio provinciale. I Magredi sono stati dichiarati “sito di inreresse comunitario (Sic) dal 2007 e rappresentano un “paradiso” per moltissime specie animali.
Nel dettaglio, il primo museo dei Magredi, con materiale fotografico e di approfondimento sull’habitat, sorgerà nel parco Brolo di San Quirino, all’interno del Centro di catalogazione Magredi.
Sarà un edificio di 1.500 metri quadri, di cui 200 occupati da spazi espositivi sui Magredi. Ma intanto il cantiere è fermo da circa un anno.
La Regione e i Comuni di San Quirino e Cordenons stanno cercando di sbloccare la situazione di impasse creatasi a causa del patto di stabilità, che di fatto ha centellinato i pagamenti e la prosecuzione dei lavori, al fine di impedire che il Centro resti a lungo una cattedrale nel deserto.
Il primo lotto (che comprenderà anche una sala polifunzionale) prevede un investimento di 2 milioni di euro finanziati con 1,2 milioni di fondi regionali dell’ex Aster Cellina Meduna (Cordenons, San Quirino, San Giorgio della Richinvelda e Zoppola) scioltosi nel 2013 e con altri 800 mila euro di fondi del Comune di San Quirino.
Il cantiere partì nel 2012, ma fu di lì a poco stoppato per impossibilità di procedere con i pagamenti; ripartì poi nel 2014 bloccandosi di nuovo a distanza di pochi mesi. Ad oggi sono stati spesi 600 mila euro del totale.
«Di recente – annuncia il sindaco di San Quirino Corrado Della Mattia – la Regione ci ha indicato la procedura per trasferire l’opera in capo al Comune di San Quirino e liberare i pagamenti, così da ripartire con i lavori e concluderli. Conto che sia possibile chiuderla prima dell’estate». (mi.bi.)
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