L’università perde pezzi addio istituto sul negoziato

L’Irn era nato come master in studi internazionali, Trieste non rinnova la convenzione Deluso il direttore Piergiorgio Gabassi: «Questa povera città ormai sta perdendo tutto»
Di Vincenzo Compagnone

L’Irn (Istituto per la ricerca sul negoziato) va verso la chiusura. Hanno trovato conferma le indiscrezioni che circolavano sull’argomento e delle quali si era fatta portavoce, con un’interrogazione presentata in consiglio comunale, la capogruppo della lista civica di “Gorizia è Tua”, Rosy Tucci.

È un altro importante pezzo che la città perde, stavolta su uno dei fronti che dovrebbero caratterizzarne la vocazione: quello di polo d’attrazione per quanto riguarda la formazione universitaria e post universitaria nelle materie d’ambito internazionale.

L’Irn era nato nove anni fa come master in Studi internazionali e preparazione al concorso diplomatico e alla carriera internazionale. La convenzione era stata stipulata dall’ateneo del capoluogo giuliano (rettore Francesco Peroni) con il Consorzio universitario di Gorizia (presidente Nicolò Fornasir) e con la Fondazione Carigo (presidente Franco Obizzi) che ne erano diventati, quindi, soci fondatori. Un corso che aveva suscitato notevole interesse da parte dei giovani e al quale l’istituto, che ha sempre svolto la sua attività nell’alveo del polo di via Alviano, a stretto contatto con la facoltà di Scienze diplomatiche e internazionali, ha affiancato l’organizzazione di convegni e la pubblicazione di tre libri con i contributi di personaggi illustri. Non meno prestigiosi i nomi di coloro che si sono succeduti ai vertici dell’Istituto, ora presieduto da Lamberto Zannier (friulano di Fagagna, è segretario generale dell’Osce, Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). Direttore, dalla nascita a oggi, è invece il professor Piergiorgio Gabassi, docente al Sid di Psicologia del negoziato e per nove anni presidente dello stesso corso di laurea.

È stato proprio Gabassi, che aveva già nei mesi scorsi pubblicato nel sito universitario dedicato all’Istituto l’avviso che le iscrizioni al master di quest’anno venivano sospese, a confermare che è stato il rettore dell’università di Trieste, Maurizio Fermeglia, a spedire ai soci dell’Istituto una lettera nella quale ha comunicato l’intenzione di non rinnovare la convenzione in scadenza in novembre. Da qui è scattata la decisione di recedere dalla stessa anche da parte del cda del Consorzio universitario, presieduto da Emilio Sgarlata, mentre un atto analogo sarà quasi certamente deliberato dalla Fondazione Carigo, anche se il presidente Gianluigi Chiozza lascia aperto uno spiraglio: «Si tratterebbe di una scelta obbligata», spiega, «visto che, per definizione, un’associazione non può andare avanti con un unico socio. Oltretutto l’Irn, sganciatasi l’università di Trieste, non ha più una sede né un’attività. Tuttavia valuteremo se ci sono ancora dei margini per tenerlo in vita».

Amareggiato Gabassi, che non ha voluto sbilanciarsi sui motivi che hanno indotto il rettore Fermeglia a prendere una decisione così drastica («L’istituto ha sempre svolto un’attività complementare, non concorrenziale rispetto all’università»). E aggiunge: «Alcuni studenti sono venuti da me con l’intenzione di andare in delegazione a Trieste per sollecitare un ripensamento, ma ho chiesto di non essere coinvolto nell’iniziativa. Certo che se dovrò chiudere questa esperienza lo farò con la morte nel cuore, anche per questa povera città, che ormai sta perdendo tutto».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto