Addio al generale Luigi Piccini, l’ufficiale che guidò lo sgombero delle macerie dopo il terremoto del ’76
Figura simbolo della Brigata Julia, fu protagonista della prima risposta al sisma. Decorato al Merito della Repubblica, dedicò la pensione al volontariato a Savorgnano

Il mondo degli alpini e più comunità – a cominciare da quelle di Povoletto e Gemona – sono in lutto per la scomparsa, a 81 anni, del generale Luigi Piccini, figura la cui memoria resterà inscindibilmente legata al dramma del terremoto del ’76: fu infatti proprio lui, che all’epoca comandava, con il grado di capitano, la compagnia Genio Pionieri della Brigata Julia nella caserma Goi di Gemona, a coordinare la rimozione delle macerie dalle vie del centro storico, dando un primo, fondamentale contributo logistico dopo il sisma.
«Ha sempre operato dietro le quinte, evitando ogni ribalta, in silenzio, ma con estrema efficacia», ricorda chi l’ha conosciuto, ponendo l’accento sulle grandi doti professionali e umane dell’ufficiale.
«Abbiamo lavorato insieme per 20 anni» testimonia il colonnello Agostino Ferrari, che di Piccini, a Gemona, è stato vice. «La scossa del 6 maggio – ricostruisce – provocò alla nostra compagnia la perdita di 6 uomini; le strutture della caserma furono colpite duramente, ma i mezzi si salvarono: ci si diede così subito da fare per lo sgombero delle strade, forti della conoscenza dei luoghi e della popolazione; per lo stesso motivo ci venne affidato il compito di riconoscere le salme in cimitero. Nel ’77 Piccini fu assegnato alla Direzione lavori del Genio militare di Udine, per progettare la ricostruzione delle caserme distrutte».
Per l’impegno profuso venne insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (1992); ben prima, nel ’78, la compagnia comandata dall’allora capitano era stata decorata della medaglia d’argento al valore dell’Esercito. La carriera dell’ufficiale proseguì portandolo alla caserma Battisti di Trento, quindi al Genio militare di Firenze e infine a Padova, dove concluse l’attività lavorativa.
Ristabilitosi, una volta in pensione, a Savorgnano del Torre, il generale si dedicò con passione al volontariato: «È stato un pilastro della parrocchia – dichiara il sindaco di Povoletto, Giuliano Castenetto, esprimendo cordoglio e vicinanza ai familiari –, supportando in vari modi don Giuseppe Riva e la scuola materna locale».
Cariche di stima e commozione anche le parole di Claudio Sandruvi, oggi sindaco di Montenars ma nel ’76 assessore a Gemona – «il suo apporto in quel drammatico frangente è stato preziosissimo» – e di Ivo Del Negro, presidente dell’Ana gemonese: «Saremo presenti alle esequie – annuncia – con il nostro vessillo. Confidavamo di poter celebrare con lui l’imminente cinquantesimo anniversario del terremoto».
I funerali di Luigi Piccini, che lascia la moglie Ines, due figli, Enrico e Francesco, e gli affezionati nipoti, saranno celebrati alle 15.30 di mercoledì 10 dicembre nella chiesa parrocchiale di Savorgnano
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