Lucia Annibali: tutta la vita per combattere gli atti di violenza

Non è l’India e non è mezzo secolo fa. Ma è l’Italia, l’Italia dei giorni nostri. Piú precisamente è Pesaro, nell'aprile del 2013. Uno scenario che non ti aspetti, per una storia che sembra anacronistica e sa quasi di finzione, se non fosse permanentemente scritta sul volto di Lucia Annibali, la donna che un anno e mezzo fa è stata sfregiata con l’acido da due uomini, esecutori di un agguato voluto dal suo ex fidanzato. Una storia che lascia a bocca aperta, per la sua crudeltà e per la sua veridicità. Ma che sorprende soprattutto per i suoi risvolti. Risvolti che domani sera, mercoledí, alle 20.30 saranno raccontati dalla protagonista stessa di questa agghiacciante vicenda di cronaca italiana, durante la presentazione del libro "IO CI SONO la mia storia di non amore" al Centro Balducci di Zugliano (giovedì invece incontrerà 400 studenti dalle 10.30 alle 12). «Non si può davvero immaginare quanto sia il dolore che si prova dopo un’aggressione del genere, è davvero una sofferenza indescrivibile». Lucia Annibali ha oggi 36 anni, un volto completamente cambiato e una vita in cui cominciare a muovere nuovi e diversi passi. Ha sofferto, e soffre ancora, di un dolore inspiegabile. Ma, nello stesso tempo, si è liberata e ora è pronta a raccontare a tutti come ha fatto a rinascere quando sembrava avere ben poche chance di farcela. «Un conto è il male fisico, a volte insopportabile e lancinante. Un conto, è quello interiore. Ecco, quest’ultimo è stato paradossalmente piú facile da tollerare, perché i sentimenti piú brutti li ho provati prima, prima dell’aggressione, quando mi sentivo incatenata, perseguitata, quando non mi sentivo libera». Le parole della Annibali, avvocato di successo di Pesaro, cosí come il suo ex fidanzato e aggressore, arrivano forti e inaspettate. Come può essere una secchiata d’acido in pieno volto, liberatoria? Lo è se da questa trovi la forza di rinascere. Non solo esteticamente, ma anche interiormente. «Forse nemmeno io sapevo di avere tutte queste energie dentro di me, ma la vita mi ha messo di fronte a una situazione cosí grave che non ho potuto far altro che lottare». Ha detto definitivamente addio a Luca Varani, il suo ex fidanzato che ha voluto punirla per aver interrotto la loro storia di - presunto - amore, ma ha detto addio anche alla Lucia di una volta. «Ho subito 12 interventi e chissà a quanti altri dovrò essere sottoposta, ho rischiato di diventare cieca, sto dedicando la maggior parte del mio tempo a curarmi, entrando e uscendo dagli ospedali. La mia vita è completamente cambiata, non ci sono mezzi termini». Al posto della carriera professionale, infatti, c’è un’altra attività che impegna in modo piú intenso la Annibali. «Appena posso vado al centro gravi ustionati di Parma, a fare volontariato. Nessuno davvero può immaginare quanto sia doloroso subire un danno fisico del genere e io non posso far finta che la violenza che ho subito non porti con sé delle conseguenze che dureranno per tutto il resto della mia vita». L'acido brucia, logora, corrode. Arriva all’osso e, evidentemente, anche all’anima delle persone. Ci sono dunque due grandi bandiere che la Annibali sta cercando di sventolare piú in alto che può, da quando la vita le ha imposto di rinascere. Quella della violenza contro le donne, un tema sempre caldo, sempre troppo poco considerato per la sua tragica rilevanza, e quello della sofferenza degli ustionati. «Ho scritto un libro, che sto presentando soprattutto nelle scuole, e domani sera sarò in Friuli a parlare dell’amore malato che rende prigionieri e di come ora davanti allo specchio vedo una nuova Lucia, piú consapevole, piú forte, piú determinata, piú coraggiosa e, anche se può sembrar strano, piú bella».
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