L'ospedale di Udine in deficit, la direzione costretta a tagliare i premi a 4.300 dipendenti

Vertice con Rsu e sindacati: senza il pareggio niente fondi. I sindacati: non è colpa dei lavoratori. Andremo in Regione
Una veduta interna del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale civile di Brescia, in una immagine del 06 aprile 2018. .ANSA/FILIPPO VENEZIA
Una veduta interna del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale civile di Brescia, in una immagine del 06 aprile 2018. .ANSA/FILIPPO VENEZIA

UDINE. Doccia gelata per oltre 4.300 dipendenti dell’Azienda sanitaria universitaria integrata. Non vi sarà alcuna distribuzione dal Fondo produttività per i lavoratori del comparto. Non per l’anno in corso e, probabilmente, nemmeno per il prossimo se i conti dell’Azienda non torneranno in ordine.

La comunicazione ufficiale è stata data dal direttore generale Mauro Delendi nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle Rsu. Stiamo parlando di una posta di tutto rispetto: tradotto in cifre, sono quasi 900 mila euro che ogni anno l’Azienda corrisponde ai dipendenti sulla base di quanto disposto dall’ex articolo 38 del contratto collettivo nazionale sanità del 1999 per il comparto. Ben 200 euro che i dipendenti aspettavano di incassare con la busta paga di luglio, ma che non sono arrivati.

«Il problema deriva dal mancato pareggio di bilancio aziendale nel 2017 – osserva il segretario Rsu Asuiud Massimo Vidotto – quello che non ci piace per niente è che in termini previsionali nel 2018 si prospetta in Asuiud un buco di bilancio ancora più importante, di circa 20 milioni di euro.

La Regione ha fornito alle Aziende indicazioni scritte sulla possibilità di predisporre un programma con specifiche azioni di riduzione dei costi finalizzate al rientro della perdita e al raggiungimento del pareggio di bilancio da realizzarsi nel 2019 per l’annualità 2018 ai fini della corresponsione dell’1 per cento del monte salari.

Purtroppo – aggiunge Vidotto – è chiaro che vista l’entità significativa dello squilibrio economico prospettato nel 2018, non è realizzabile a nostro avviso alcun piano di rientro che consenta di pareggiare lo squilibrio economico del 2018 entro la fine del 2019, a meno che qualcuno sia convinto che si possano chiudere all’improvviso reparti interni o altri servizi importanti ai cittadini».

La preoccupazione dei sindacati, decisi a far approdare la vertenza al palazzo della Regione, è alimentata dunque dalla situazione di deficit che coinvolge gran parte delle Aziende sanitarie. A pesare sui conti è la spesa farmacologica che sale vertiginosamente e che fa precipitare il bilancio aziendale in rosso.

«Ma non è possibile che debbano essere i lavoratori a pagare per le decisioni dei medici prescrittori» osserva Giuseppe Pennino, delegato alla sanità per la Cisl Fp. «Siamo convinti – osservano Giuseppe Pennino e Federico Oco della Cisl – che il sistema regionale Fvg sia sottofinanziato dato che quasi tutte le Aziende sanitarie della Regione si trovano in condizioni di significativo squilibrio economico come Asuiud».

Da qui la mobilitazione delle rappresentanze sindacali, che mesi fa aveva visto anche la discesa in campo della Uil.

«Siamo intenzionati a rappresentare insieme il problema alla Regione perché altrimenti ci troveremo per anni ad essere penalizzati economicamente e con il blocco delle assunzioni di personale» annuncia Vidotto.

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