L'omicidio di Attimis: Continui litigi e botte «Prima o poi la ammazza» - FOTO

ATTIMIS. «Ho paura che l’ammazzi». Lasciandosi andare a uno sfogo, lo aveva confidato a un’amica la madre del 51enne Silvano Cantarutti, accusato dell’omicidio della moglie 42enne Denise Fernella Graham. La signora Carla e il marito Antonio avevano cercato in questi anni di portare un po’ di serenità al figlio Silvano e a sua moglie Denise. Avevano cercato di stare accanto a quella famiglia difficile, accogliendola nella propria casa, per amore della nipote Milena. Non era bastato. Pare, infatti, che i litigi e le violenze fossero all’ordine del giorno in quella villetta di via Divisione Julia.
«Litigavano spesso e arrivavano a picchiarsi», ci ha raccontato Lidia Brovedani, presidente dell’associazione di volontariato “I tre castelli” e amica della madre di Silvano Cantarutti. «Conosco bene Carla, fa parte del direttivo dell’associazione, è una persona per bene che ha fatto di tutto per la famiglia del figlio. È stata bravissima. Ha tenuto sempre tutto per sé, cercando di andare avanti, ma una volta mi aveva confidato di avere paura».
In paese la notizia dell’omicidio ieri sera si è diffusa rapidamente. Impossibile non notare, nel pomeriggio, l’arrivo dei Carabinieri di fronte a quella villetta, isolata sì, ma sita a pochi passi dal campo sportivo del paese e a qualche centinaio di metri dal municipio. Troppe le auto dei Cc e poi l’inequivocabile uscita in manette di Silvano Cantarutti e ancora la sosta, silenziosa, dell’ambulanza fuori dalla casa di via Divisione Julia, affacciata sul torrente Malina, sono stati per la comunità segni inequivocabili di una tragedia in parte annunciata. La notizia è rimbalzata ai quattro angoli della piccola comunità pedemontana e nel tardo pomeriggio non si parlava d’altro. Specie negli esercizi pubblici che i due coniugi frequentavano spesso. Il 51enne era un habitué del bar Elle, distante in linea d’aria neanche cento metri dalla sua casa. È lì che Cantarutti si recava ogni mattina per «bere un caffè e leggere le pagine sportive del giornale», racconta la titolare Marina, mentre in paese altri parlano di grappe, «anche tre in un colpo» e raccontano di una spiccata propensione al bere alcolici. «Lui – raccontano -, ma anche la moglie». Una gazzella nera. Fisico asciutto, portamento elegante. «Una bella donna – dice ancora la signora Brovedani – che si distingueva». E pare, sempre stando ai racconti della piccola comunità, si facesse vedere in giro spesso accompagnata. Non dal marito, ma da compagnie maschili che forse avevano fatto scattare la scintilla della gelosia in Cantarutti e portato ai tanti litigi poi sfociati nella tragedia di ieri.
Si dice che la Graham sparisse da casa anche per diversi giorni. «Ad Attimis non si era mai integrata», racconta ancora la presidente de “I tre castelli”, che pure la descrive come una persona dolce e gentile, ma lo dicono anche nei bar del paese e al supermercato poco distante dalla casa. Lui più chiuso, da friulano. Lei invece sempre pronta a un bacio, un abbraccio, un saluto pieno di trasporto. Sapevano in paese che tra i due c’erano problemi. Seri. «Nessuno – dicono ancora dal bar Elle – poteva però immaginare quel che è accaduto».
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