L’omaggio al cinema con Battiston-Zoran e tante proiezioni

Tanti titoli, una ricca miscellanea di commedie, documentari, inchieste e cortometraggi. Primo fra tutti “Zoran, il mio nipote scemo”, il film di Matteo Oleotto uscito nel 2013
Udine 28 maggio 2016. Festa 70 anni del Messaggero Veneto. Incontro con Battiston. © Foto Petrussi
Udine 28 maggio 2016. Festa 70 anni del Messaggero Veneto. Incontro con Battiston. © Foto Petrussi

UDINE. Un omaggio al cinema friulano. Era questo l’intento delle proiezioni tenutesi nella sala stampa del Teatro nuovo per i settant’anni del Messaggero Veneto. Sono stati proiettati tre video, denominati “Frammenti di celluloide”, ovvero una raccolta di spezzoni di film, del «vecchio e nuovo cinema Friuli», che hanno scandito la storia della regione.

Tanti titoli, una ricca miscellanea di commedie, documentari, inchieste e cortometraggi. Primo fra tutti “Zoran, il mio nipote scemo”, il film di Matteo Oleotto uscito nel 2013 in cui Giuseppe Battiston interpreta Paolo Bressan.

Messaggero 70, Nuovo cinema Friuli con Giuseppe Battiston

L’attore, ospite di Gian Paolo Polesini, ha raccontato durante l’evento la lunga gestazione del film e le difficoltà avute nell’ottenere finanziamenti in Italia, poi superate con l’aiuto della Slovenia e l’appoggio della Film Commission. «Questo fa riflettere su quanto sia dura per un giovane autore - spiega Battiston - emergere e fare cinema in Italia se non riesci ad avere i finanziamenti».

Una lunga chiacchierata quella del grande attore friulano con Gian Paolo Polesini, interrotta soltanto dalla proiezione di alcuni spezzoni di film in cui Battiston era protagonista. A partire da uno dei primi, “Pane e Tulipani” per finire all’ultimo, acclamatissimo, “Perfetti sconosciuti”.

Il pubblico è divertito quando in sala c’è una scena di “Amore, bugie e calcetto”, il film di Luca Lucini girato interamente a Trieste in cui Battiston interpreta il Mina, un calciatore «grasso e senza fiato», buono soltanto a battere le punizioni.

Sullo schermo sono stati proiettati pezzi di grandi classici come “La Grande Guerra”, “Addio alle Armi” ma anche di pellicole più recenti come “Tir” di Alberto Fasulo e “L’estate di Giacomo” di Alessandro Comodin. Sullo sfondo, in ogni clip, la bellezza del Friuli.

«In questi video c’è tutto quello che c’è nelle poesie di Pier Paolo Pasolini – commenta Battiston – vedendo la campagna, le colline, l’acqua, mi viene in mente questo paese di acqua, temporali e di natura – continua – un compendio dell’Universo, come lo definiva Ippolito Nievo. Il Friuli è questo: terra di passaggio e di emigrazione, permeata di malinconia».

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