Lo zafferano di San Quirino in tv

SAN QUIRINO. Prima volta da ospite di una trasmissione tv con la sua storia e il suo “Zafferano di San Quirino” per Walter Zamuner, 32enne imprenditore agricolo che da tre anni sta vincendo la sua sfida nel settore delle coltivazioni di nicchia a chilometro zero. È andato in onda in diretta lunedì pomeriggio dagli studi di Rai 3 della trasmissione Geo & Geo, intervistato dalla conduttrice Sveva Sagramola: dalla famiglia alle prime esperienze lavorative, fino alla svolta, l’avvio della sua azienda individuale nella sua abitazione, di via Cesare Battisti 7 a San Quirino.
Ha mostrato all’Italia la sua spezia, tutt’altro che comune in Friuli Venezia Giulia, e i prodotti nati dall’abbinamento con essa: i cioccolati, i biscotti e le meringhe della pasticceria di Fabrizio Facca di San Quirino, il formaggio di malga della pedemontana. Con il suo zafferano, inoltre, si è sbizzarrita anche la gelateria di Alessandro Scian di Cordenons. Assieme a Zamuner, lunedì in studio, c’era anche l’avianese Robert Tonial, chef in un noto ristorante di Venezia, che durante la trasmissione ha preparato un piatto di pesce crudo allo zafferano e con il quale l’imprenditore ha già collaborato a un evento. «È stata un’esperienza straordinaria – ha dichiarato Zamuner, una volta a casa – che mi ha permesso di portare al grande pubblico il nome di San Quirino e del mio zafferano». É seguita una pioggia di “mi piace” e commenti sul suo profilo Facebook, oltre 200 i sostenitori, ma per Zamuner questo è ancora una volta un punto di partenza. «Ho in cantiere infatti – si è sbilanciato – una serie di progetti che al momento tengo segreti: posso solo dire che riguarderanno sperimentazioni di nuove coltivazioni di nicchia». Contemporaneamente la sua esperienza sta “contagiando” altri giovani del pordenonese, tra Spilimbergo e Porcia, e dello stesso Friuli. «Con altri sei ragazzi – ha spiegato – sto cercando di sviluppare una rete di imprese per la coltivazione dello zafferano». La sua azienda è in espansione: merito dell’alta qualità del prodotto, che si sta facendo conoscere nel mercato italiano dei ristoratori anche grazie al buon rapporto qualità-prezzo, ma anche delle risorse investite dal giovane imprenditore. «Ho iniziato tre anni fa con una coltivazione sperimentale – ricorda – su un terreno di mille e 500 metri quadri. Lo scorso anno questi sono diventati 4 mila e per il 2016 punto all’ettaro e mezzo».©RIPRODUZIONE RISERVATA
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