L’interessamento di tre cordate ai costosi “tesori” di Codroipo

CODROIPO. I costosi “tesori” di Codroipo piacciono ai privati.
Dopo il viaggio compiuto dal Messaggero Veneto tra gli immobili abbandonati del capoluogo del Medio Friuli, alcuni dei quali messi in vendita, già tre sono i gruppi di imprenditori che hanno manifestato il loro interesse al primo cittadino Fabio Marchetti.
Ieri il sindaco ha avuto un primo appuntamento, il secondo è già stato fissato per domani. Ancora top secret quali tra gli edifici abbiano suscitato questa particolare attenzione. Eppure gli incontri sono già stati avviati.
Un patrimonio, quello di cui è proprietario il Comune di Codroipo, che deve essere valorizzato. Di questo è convinto anche l’architetto Giordano Parussini, autore assieme ai colleghi Luigi Soramel, Claudia Gasparini, Andrea Martinelli, Martina Malpasso e Ilenia Medizza del progetto “Identità”, vincitore del concorso di idee promosso dall’amministrazione comunale per il recupero del centro storico.
«Tutti questi edifici andrebbero valorizzati – ha spiegato il professionista –. Sono convinto che il Comune, inserendoli nella lista dei beni da alienare, sia intenzionato a recuperarli attraverso iniziative private. Sicuramente l’edificio con le maggiori potenzialità, vista anche la sua posizione, è villa Ballico con il suo parco».
Le idee su quale potrebbe essere una sua futura utilizzazione non mancano. «A Codroipo – ha continuato Parussini – disponiamo di una biblioteca nuova, ma non molto grande. Villa Ballico, se ci fossero le disponibilità economiche, potrebbe essere la sede della biblioteca o di un suo ramo specializzato, facendola così diventare un centro di riferimento culturale della città».
La lista dei beni al momento inutilizzati è piuttosto lunga. Da villa Ballico all’ex polveriera Coseat Brunner, dal mulino di Bosa ai fortini di Beano e Rivolto.
«Tutti gli edifici – ha quindi concluso l’architetto Parussini – meritano di essere oggetto di iniziative attraverso le quali valorizzarli, conservando il loro valore storico e culturale».
Per il Comune, ormai, è diventato (quasi) impossibile gestirli. Tempi duri, questi, si sa, per le casse degli enti locali.
Adesso dunque si spera, anche attraverso il nuovo piano regolatore generale, di attirare i privati per valorizzare, appunto, gli edifici abbandonati del capoluogo del Medio Friuli.
Le prime chiamate ci sono già state. Ci si augura, ora, che dalle parole si possa passare ai fatti quanto prima.
Viviana Zamarian
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