Libro e ricordi sulla passione di Pasolini per il calcio

CASARSA. Momenti sul filo dei ricordi e della commozione, al centro studi Pasolini di Casarsa in occasione della presentazione in anteprima nazionale del libro “Il calcio secondo Pasolini”, scritto da Valerio Curcio.

All’incontro ha infatti partecipato Leo Comin, classe 1922, memoria e prontezza di spirito straordinarie, che oggi vive a Udine e che nel 1941 giocava con Pasolini nel Casarsa football club.

«All’epoca, atleticamente era fortissimo – ha affermato il 97enne –, tecnicamente così e così».

Una vera passione, quella di Pasolini per il calcio, coltivata a Bologna quanto in Friuli, testimoniata anche dalle parole che lo stesso Pasolini scriveva in quel periodo all’amico Luciano Serra: «Non leggo molto; molto meno di quel che mi ripromettevo; in compenso la mia vita empirica è molto varia e bella. Ho giocato con discreta abilità, ala sinistra col Casarsa avendo perso 4-0 con Azzano. Domani, domenica, partita con Camino».

L’autore del libro, il giovane giornalista romano Valerio Curcio, ha dialogato con Piero Colussi, presidente del centro studi pasoliniano, e con Andrea Canzian, autore del volume sulla storia della Sas Casarsa. Ha raccontato come il calcio per Pasolini non fosse soltanto uno sport, ma un linguaggio che rendeva possibile la coesistenza, non sempre pacifica, dei suoi diversi animi: quello del giocatore, del tifoso, del giornalista e dell’intellettuale.

Dalle partite con i “ragazzi di vita” delle borgate romane all’epica sfida tra il suo cast e quello di Bernardo Bertolucci durante le riprese di “Salò” e di “Novecento”, pochi mesi prima della morte, il libro è un percorso fatto di letteratura e testimonianze dirette che attraversa il rapporto sentimentale tra Pier Paolo Pasolini e il gioco del calcio. Oltre a numerosi casarsesi e studiosi di Pasolini, presenti in sala diversi dirigenti sportivi del territorio e il vicesindaco Fernando Agrusti. —

D.S.

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