L’ex militare asserragliato in casa da oltre 50 ore si arrende e consegna le armi
I gruppi di intervento speciale dei carabinieri hanno deciso di intervenire con sfondaporta e un cane robot

CORDOVADO. Emergenza finita a Cordovado: l'ingegnere ed ex militare di 55 anni, che da oltre 50 ore era asserragliato nella propria abitazione, ha consegnato ai carabinieri le armi e le munizioni che deteneva, al termine di un lungo negoziato.
I militari dell'Arma dopo essere entrati nell'appartamento hanno parlato con l’uomo. All'esterno sono rimasti i sanitari.
Dopo oltre due giorni , dunque, è stata risolta la vicenda dell’uomo che si è asserragliato nella propria abitazione di Cordovado, non volendo consegnare le armi e le munizioni che non può più detenere in quanto non ha prodotto la necessaria documentazione per il rinnovo del permesso.
La notte era trascorsa tranquilla e al mattino è ripreso il negoziato. Poi verso mezzogiorno la svolta con il termine dell’operazione.
Alle 10 c'è stato da parte dei Gruppi di intervento speciale dei carabinieri l'avvio delle operazioni con sfondaporta e un cane robot, poi dopo circa mezz'ora è uscito un agente facendo il segno di ok e con una mano.
Secondo quanto si è appreso la fine dell’incubo è avvenuta quando il negoziatore, il comandante provinciale dei Carabinieri, ha convinto l’uomo a consegnare le armi e le munizioni.
Successivamente i carabinieri della compagnia di Pordenone, che hanno coordinato la negoziazione, lo hanno bloccato subito dopo che l'uomo ha aperto la porta della sua abitazione e ha consegnato le armi che aveva in casa.
L'ex militare è stato portato via dopo aver trascorso circa un’ora in un esercizio commerciale della zona.
"C'è grande soddisfazione per questo epilogo” sono le prime parole del comandante provinciale dei carabinieri, Roberto Spinola. “Voglio ringraziare il personale che ha permesso questo epilogo che tutti speravamo e che ha lavorato, incessantemente, per oltre 50 ore".
La ripresa del negoziato e l’epilogo. Nella mattinata di venerdì 1° settembre erano riprese le negoziazioni tra i militari dell'Arma e l'ingegnere friulano, che non voleva consegnare le armi e le munizioni che non può più detenere in quanto non ha prodotto la necessaria documentazione per il rinnovo del permesso.
La notte scorsa è trascorsa tranquilla. L'area è ancora off limits ma si sta cercando di limitare i disagi di una trentina di residenti attraverso alcuni collegamenti alternativi con le rispettive abitazioni.
Le tredici persone che abitano nella stessa palazzina in cui risiede l'ingegnere hanno invece trascorso la notte in strutture messe a disposizione dal Comune.
Da quando è iniziato il dialogo telefonico con il negoziatore, l'ingegnere non ha più postato video sul proprio canale YouTube, il che è stato interpretato come un segnale positivo rispetto a un epilogo della vicenda senza la necessità di azioni di forza.
Il questore: “La linea di mediazione ha pagato”. «È stato un epilogo che ha dato ragione a una posizione di mediazione a tutti i costi, considerata la linea che è stata decisa immediatamente in accordo con la prefettura, la questura e il comando provinciale dei carabinieri, perchè l’incolumità di tutti gli attori coinvolti in questa vicenda era il primo obiettivo che ci siamo posti tutti».
Lo ha detto il questore di Pordenone, Luca Carocci, riferendosi alla resa dell’ex militare che si era barricato in casa armato per due giorni.
Una vicenda che può insegnare qualcosa sotto il profilo della sicurezza? «Insegna - spiega Carocci - come sia importante verificare e controllare soprattutto in materia di armi che chi in qualche modo le detiene a casa abbia il titolo per poterlo fare. Perchè tutto nasce dal fatto che quest’uomo avendo delle armi a casa non consegnava una certificazione sanitaria che lo autorizzasse a detenerle e che attestasse che c’erano i requisiti psicofisici. E noi a seguito di questo - precisa - ci siamo attivati su segnalazione del Prefetto che, giustamente, ha revocato la detenzione e da qui nasce tutto».
Carocci infine ringrazia tutti per l’attività svolta in questa delicata circostanza «in primis - ci tiene a sottolineare - i mediatori dei Carabinieri che hanno fatto un lavoro davvero straordinario».
L’uomo ora sarà sottoposto a una visita ospedaliera di diagnosi e cura anche per accertare in che condizioni si trova dopo essere stato due giorni barricato in casa.
È stato anche appurato che l’uomo si è arreso senza alcuna resistenza: ha consegnato le armi e quindi non c’è stato bisogno di alcuna forzatura. «Temevamo di dover ricorrere alla forza - conclude Carocci - ma l’azione della mediazione ad oltranza ha funzionato e siamo tutti contenti».
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