“L’euro senza l’Europa” con Lucio Caracciolo

UDINE.
L’Euro senza l’Europa
: del tema, quanto mai attuale, a vicino/lontano 2010 si discuterà nella chiesa di San Francesco oggi (venerdì 7), alle 18.30, nell’ormai consueto Focus geopolitico a cura di
Limes
, che anche quest'anno si svolge in collaborazione con Historia - Gruppo studi storico sociali Pordenone. Ne parleranno il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, il giornalista economico del
Corriere della Sera
Federico Fubini e l’analista del Centro Einaudi@economia Giorgio Arfaras, moderati dal professor Guglielmo Cevolin, docente alle Università di Udine e Bologna.
Solo alcuni giorni fa l’economista Jacques Attali, commentando gli sviluppi della crisi economica greca, ha lanciato l’allarme. Intervistato da
Repubblica
ha dichiarato: «Ormai non è più questione di mesi, ma di settimane. Se non ci sarà un’azione estremamente forte e immediata, l’anno prossimo l’euro non ci sarà più». Ma già nel settembre del 1994 – lo ha ricordato lo stesso Lucio Caracciolo, sempre dalle pagine di
Repubblica
- Wolfgang Schaeuble aveva lanciato la provocazione dell’Euronucleo (
Kerneuropa
): il cuore economico e strategico del continente – Germania, Francia e Benelux – si sarebbe dovuto dotare di una propria moneta, il futuro euro, per impedire che l’impresa comunitaria slittasse verso «una formazione più debole».
Una profezia che si sta di fatto avverando. La crisi della Grecia e le divisioni tra i paesi membri sul piano di salvataggio delle finanze di Atene hanno minato l’unità dell’eurozona. L'idea di una soppressione o di un ridimensionamento della moneta unica, fino a pochi mesi fa impensabile, è improvvisamente entrata nell’orizzonte del possibile.
L’euro – ha osservato sempre Caracciolo – ha affrontato in questi anni il rischio di essere una “moneta senza stato” nella speranza che la necessità avrebbe spinto i leader europei a dotarlo delle istituzioni indispensabili. Invece, «è successo l´opposto. La crisi greca conferma che in Europa ciascuno pensa per sé. Com’è ovvio che sia, finché i responsabili politici rispondono al proprio elettorato e non a un’inesistente constituency europea».
Riaffiorerebbe dunque a Berlino la tentazione dell’Euronucleo per l’area di influenza economica tedesca:
fuori i paesi mediterranei, il sud-est e tutte le altre zavorre all’efficienza tedesca. «Non sappiamo - scrive Caracciolo - quanto realistica sia tale prospettiva. Sappiamo però che costerebbe lacrime e sangue a tutti noi europei, tedeschi non esclusi». Rimane sempre sullo sfondo la domanda se sia ancora possibile costruire una forma del politico solo intorno alla moneta. Il tema viene dibattuto anche nel numero speciale della rivista italiana di geopolitica
LiMes
, da pochi giorni in libreria con lo stesso titolo del focus proposto da vicino/lontano.
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