Le vie del veleno, due ville e tre morti: in sei km due vicende con tante coincidenze

UDINE. Poco meno di sei chilometri. È la distanza che separa Santa Marizza di Varmo da Camino al Tagliamento. In auto ci si mette una dozzina di minuti.
Può essere solo una coincidenza che in due paesi così vicini si siano verificati a distanza di 18 anni due fatti tragici e nello stesso tempo singolari come tre avvelenamenti mortali? Può essere solo una coincidenza che le vittime abbiano ingerito una sostanza così particolare come il tallio?
Domande che ci si pone inevitabilmente dopo la morte di Patrizia Del Zotto e del padre Giovanni Battista, deceduti pochi giorni fa dopo aver trascorso un periodo di vacanza nella loro casa di Santa Marizza.
Sul caso la Procura di Monza ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo e lesioni.
Ed è inevitabile collegare questa vicenda a quella altrettanto drammatica di Richard Nolan Gonsalves, il 33enne architetto americano che nel 1999 rimase vittima di un misterioso avvelenamento nella casa della suocera a Camino al Tagliamento: qualcuno versò in una bottiglia di birra una quantità ingente di solfato di tallio, potente topicida. Gonsalves, dopo aver bevuto parte del contenuto della bottiglia, iniziò un calvario che nel giro di due giorni lo portò alla morte all’ospedale di Udine, il 18 luglio 1999.
Quell’omicidio rimase senza colpevoli, nonostante l’impegno della Procura di Udine, dei carabinieri e persino dell’Fbi. Ancora oggi Giancarlo Buonocore, il magistrato che condusse quell’inchiesta, si dispiace di aver dovuto chiedere l’archiviazione del caso dopo aver a lungo scandagliato tutte le possibili piste. E proprio ieri Buonocore – che nel frattempo ha lasciato la Procura di Udine per rivestire un alto incarico alla Corte d’Appello di Venezia – ha fatto un “salto sulla sedia”.
A distanza di tanti anni un altro avvelenamento. Sempre con il tallio. «In effetti sono rimasto molto colpito da questa vicenda – ha commentato ieri il magistrato – tanto che ho pensato di mettermi in contatto con i carabinieri friulani pur essendo ora qui a Venezia.
Questa coincidenza mi ha fatto riflettere. Si tratta sempre della stessa sostanza e il nuovo caso di Santa Marizza di Varmo si è verificato a breve distanza da Camino al Tagliamento. È curioso che sia sempre al centro dell’attenzione il tallio, sostanza inodore, insapore, incolore, ma letale. Il veleno di Agatha Christie. Allora fui costretto ad archiviare il caso, anche se delineai alcune ipotesi che potrebbero risultare utili anche oggi per un approfondimento del caso».
Per il momento, comunque, le autorità non hanno ancora legato ufficialmente le due vicende. Difficile dire a distanza di così poche ore dalla morte di padre e figlia se un killer possa essere rimasto “in sonno” per 18 anni, tornando poi clamorosamente in azione. La ricerca del movente potrebbe comunque costituire un elemento decisivo. Così come sarà importante capire se le ipotesi delle autorità siano questa volta indirizzate verso l’incidente e non l’omicidio.
Centrale, come detto, la sostanza fatale a Gonsalves nel 1999 e ai Del Zotto oggi. Il tallio. Largamente utilizzato fino agli anni Novanta per la produzione di topicidi e oggi invece vietato, proprio per la sua pericolosità. Per ottenerlo è necessario rivolgersi alle piattaforme di vendita on-line, sfruttando i canali di approvvigionamento stranieri.
La sostanza che ha avvelenato Patrizia, Giovanni Battista e gli altri componenti della famiglia potrebbe allora essere stata conservata per anni da qualcuno che a distanza di tanto tempo dall’episodio di Camino ha inteso rientrare in scena? Dubbi che dovranno essere dissipati dalle indagini, che partono al momento da tre ipotesi per tentare di spiegare la morte dei Del Zotto.
La prima è quella legata alle esalazioni dal guano dei piccioni, che i membri della famiglia potrebbero aver involontariamente respirato. La seconda strada battuta è quella dell’intossicazione: i carabinieri di Desio e quelli di Latisana hanno sequestrato e campionato nei giorni scorsi resti di pietanze e alimenti consumati a Santa Marizza e in Brianza dai familiari di Patrizia e Giovanni Battista. Infine, la terza ipotesi: i Del Zotto potrebbero aver bevuto acqua contaminata, pescata dal pozzo artesiano che si trova all’esterno della cascina di Varmo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto