Le suore se ne vanno da San Daniele dopo 142 anni di presenza

Il saluto della comunità in duomo. Lungo l’impegno delle Ancelle della Carità all’ospedale, ma anche al ricreatorio e nelle scuole

Lucia Aviani

Si chiude, dopo 142 anni, la storia dell’operosa presenza a San Daniele delle Ancelle della Carità, ordine religioso che ha impresso un segno molto forte nella cittadina, apportando un contributo determinante nel campo dell’assistenza come in quello della formazione.

L’addio è legato a fattori numerici e anagrafici: negli anni la comunità delle suore è calata progressivamente, fino ad arrivare alla soglia minima delle due unità – suor Teresa, di 84 anni, e suor Adriana, 80enne –, troppo poche per poter restare nell’ampio immobile sul retro del Monte di Pietà che ospitava anche la scuola materna Ugo Larice, la cui attività si è conclusa lo scorso mese di giugno.

Era stato il primo segnale, l’indizio che aveva fatto temere l’interruzione di una pagina di convivenza e condivisione durata quasi un secolo e mezzo: l’epilogo formale – suor Teresa e suor Adriana sono già state trasferite a Udine – è atteso per domenica 13 ottobre, quando nel corso della messa delle 10.30 il parroco di San Daniele, monsignor Sergio De Cecco, i fedeli e autorità civili si congederanno ufficialmente dalle Ancelle, esprimendo loro la profonda gratitudine per il multiforme impegno profuso fin dal 1882, quando l’ordine fece ingresso nella località collinare per prestare servizio nell’ospedale Sant’Antonio.

Fu l’inizio di un percorso sfociato in numerosi altri progetti.

«Molteplici – si evidenzia infatti in un testo pubblicato sul bollettino parrocchiale – sono state le attività educative, formative e le opportunità di aggregazione offerte dalle Ancelle, attente a rispondere alle necessità dei vari periodi storici, sempre in connessione con la parrocchia».

Lo prova anche l’intitolazione della scuola dell’infanzia delle suore a monsignor Ugo Larice, attivatosi, nella prima metà del Novecento, per l’istituzione a San Daniele di un orfanotrofio – poi gestito proprio dalle Ancelle della Carità – nella sede dell’istituto Antonini.

In precedenza monsignor Francesco Grillo aveva stimolato la nascita della Scuola professionale di lavori femminili ed economia domestica, che a partire dal 1912 fu condotta, con eccellenti riscontri, sempre dalle suore-maestre.

Determinante fu poi la presenza delle Ancelle in ospedale, che si protrasse fino al 1984; ma il nome dell’ordine religioso – che si dava da fare anche in Casa di riposo e al Centro Crisi – è associato pure al ricreatorio femminile, alle attività di doposcuola e di catechismo.

«La presenza delle suore – ha scritto monsignor De Cecco sul periodico della parrocchia – ha accompagnato il cammino della nostra comunità per più di un secolo, con un’importante testimonianza di vita e un rilevante lavoro nel campo educativo e caritativo, in particolare a servizio dei malati dell’ospedale e del territorio. Il dispiacere di questa perdita è accompagnato dalla gratitudine per tutto il bene che la Congregazione ha fatto a San Daniele».

E «forte rammarico» per l’addio alle Ancelle viene espresso anche dalle consigliera comunale Alessandra Buttazzoni: «Se ne va – dice – un pezzo importante della nostra memoria storica. Il ricreatorio delle suore proponeva, soprattutto d’estate – quando ancora non esistevano i centri vacanza –, corsi di canto, di ballo e cucito: si entrava attraverso un portone in legno, sormontato dalla scritta Ancelle della Carità, e ci si ritrovava in un ampio spiazzo destinato a vari usi.

Era un modo di fare comunità che oggi è difficile da trovare e replicare».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto