Le ostetriche: affidate a noi il punto nascita di Latisana

Le professioniste di Udine e Pordenone si dicono ottimiste sul futuro di ginecologia La presidente Antonella Toninato: «Bisogna restituire umanità al parto in corsia»
Latisana 16 novembre 2011 ospedale Tefoto Copyright PFP/TURCO
Latisana 16 novembre 2011 ospedale Tefoto Copyright PFP/TURCO

LATISANA. La volontà della nuova giunta regionale di azzerare la riforma sanitaria impostata dalla passata legislatura, quindi niente tagli nelle Aziende sanitarie e mantenimento degli ospedali di rete e di conseguenza dei servizi che li identificano come tali, ha portato il collegio delle ostetriche di Udine e Pordenone a rivedere la propria posizione sui punti nascita, come Latisana e Gorizia, che non raggiungono la soglia dei 500 parti all’anno.

La presidente del collegio, Antonella Toninato, in una nota ufficiale invita la Regione, a una valutazione complessiva di tutte le strutture regionali e a considerare, oltre alla soglia dei parti, altri elementi aggiuntivi indispensabili per garantire un’assistenza con uno standard di sicurezza alto. Fra questi, i percorsi nascita, da rivedere secondo le ostetriche, focalizzandoli sulla fisiologia, ambito in cui tale figura professionale può operare in autonomia. Un’indicazione, quella della presidente del collegio delle ostetriche di Udine e Pordenone, valida per i punti nascita di Latisana e Gorizia, ma in generale per tutte le strutture regionali.

«Questa impostazione - continua la Toninato - contribuirebbe a migliorare ulteriormente le performance in termini di umanizzazione della nascita e di scarsa incidenza dei tagli cesarei, che vede il Friuli con il suo 23,1% di cesarei ben al di sotto della media nazionale, con la Campania, per esempio, al 61,9%». A tal proposito va detto che il punto nascita dell’ospedale di Latisana ha una percentuale di cesarei pari al 17,6% (fonte internet) e da alcuni anni è stata attivata la guardia medica pediatrica, 24 ore su 24: a ogni parto è presente uno specialista pediatra, a conferma degli standard di sicurezza in essere al punto nascita di Latisana. «Si potrebbe cogliere l’opportunità - precisa Antonella Toninato, tornando sul dibattito dei punti nascita in regione - di non disperdere il sapere ostetrico consolidato in queste realtà e di usufruirne per attivare percorsi ad hoc o strutture dove partorire, assenti in Friuli e attive in altre regioni, gestite solo da ostetriche. Questa evoluzione consentirebbe di dare una prospettiva ai punti nascita e alle mamme e di avere un’offerta più completa e rispettosa del diritto alla libertà di scegliere dove e come partorire. E questo anche nell’ottica di ricondurre l’evento nascita a condizioni di normalità».

Infine, la Toninato fa un riferimento al personale ostetrico che anche in realtà non a rischio chiusura spesso è sottostimato e non sempre è congruo alle necessità, come invece dovrebbe essere per garantire la sicurezza di mamme e neonati, «da qui la necessità e l’invito alla nuova giunta regionale per un potenziamento degli organici sia nelle strutture sanitarie sia sul territorio».

Paola Mauro

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