Le cittadelle del Dlf sempre più nel degrado

Udine, le Ferrovie lasciano andare in rovina le aree dismesse di via della Cernaia e via Gallo. Il presidente del tennis club alla Regione: serve un accordo per salvare gli impianti
Udine 31 Ottobre 2016. Ex sede del Dopolavoro Ferroviario in Via della Cernaia. Foto Petrussi
Udine 31 Ottobre 2016. Ex sede del Dopolavoro Ferroviario in Via della Cernaia. Foto Petrussi

UDINE. Nei campi da tennis crescono gli alberi, nell’ex sede del Dopolavoro ferroviario (Dlf) dormono i senzatetto. I volontari che fino a pochi anni fa gestivano le strutture di via della Cernaia, non possono assistere inermi al degrado degli edifici dove generazioni di friulani hanno giocato a tennis, a bocce, hanno visto i primi baci sul grande schermo prima di sfidarsi a scacchi.

Ieri, infatti, dopo aver appreso che, nei giorni scorsi, un incendio rischiava di mandare in fumo gli stabili, il presidente del tennis club dopolavoro, Renato Durisotti, ha scritto una missiva alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, sollecitandola a fermare quel degrado.

Durisotti si è rivolto alla Presidente dopo aver visto alzare più volte le braccia, rassegnato, il vicesindaco e assessore al Patrimonio, Carlo Giacomello, e dopo aver rinunciato ad aprire una trattativa con le Ferrovie.

Il problema è sempre lo stesso. Il terreno inizialmente ricevuto a titolo gratuito dove il Dlf costruì i due campi da tennis, divenne oggetto di un contratto d’affitto che, negli anni, le Ferrovie arrivarono ad aumentare da 4.800 a 6.400 euro più Iva all’anno. Una cifra eccessiva per il Dlf che nel 2015 ha gettato la spugna. Diversi anni prima, per lo stesso motivo, lo stesso Dlf era stato sfrattato dal cinema e dalla sua sede trasferita poi in viale XXIII Marzo.

Da allora non è cambiato nulla. Nessuno gestisce più quei locali che comunque necessitano di essere messi in sicurezza, e chi ha provato a farlo è stato respinto.

«La società che gestisce i campi da tennis nell’area ospedaliera - rivela Durisotti - a fine anno non potrà più utilizzarli e per questo motivo aveva chiesto alle Ferrovie di poter gestire quelli di via Gallo, ma anche in questo caso l’accordo non è stato trovato».

Al presidente del tennis club fa male veder crescere le piante nei campi in terra rossa. Gli alberi stanno invadendo l’intera area sportiva, mentre davanti all’ex cinema di via della Cernaia restano solo i pezzi dei giacigli di fortuna che allestiscono i senzatetto.

«La Regione tratti con le Ferrovie per recuperare l’intera area e restituire la possibilità agli udinesi di tornare a giocare a tennis, a scacchi e anche a bocce in via della Cernaia e in via Gallo» insiste Durisotti nel dirsi disponibile a riattivare i campi anche a costo di pagare un affitto, ma questa volta a prezzo di mercato.

Va riconosciuto che, in via della Cernaia, il Dopolavoro ferroviario gestiva una sorta di mini cittadelle sport. Lo faceva a prezzi assolutamente bassi consentendo a tutti di praticare lo sport.

«Noi non chiediamo soldi - ribadisce il presidente del tennis club -, vogliamo solo riaprire i campi da tennis che siamo stati costretti a chiudere perché continuavano ad aumentarci l’affitto».

Ora quel luogo fa parte di una delle tante aree dismesse senza un futuro. Un anno fa le Ferrovie si erano dette pronte a concedono gratuitamente l’area, in comodato d’uso, al Comune. In cambio l’amministrazione di palazzo D’Aronco avrebbe dovuto organizzare progetti e attività sociali.

Il condizionale è d’obbligo perché anche quelle promesse svanirono nel nulla. E ora che in i locali sono stati trasformati in un dormitorio abusivo, potrebbero emergere pure problemi di sicurezza. Non è la prima volta che viene segnalata la presenza dei senzatetto all’interno di quello strutture.

«L’abbiamo fatto e continueremo a farlo anche noi» ammette il presidente del tennis club confermando di aver visto più volte entrare e uscire persone dall’area di via della Cernaia.

Questa non è l’unica area di proprietà delle Ferrovie abbandonate in città. Il Comune insiste per avviare con i vertici di Rfi un ragionamento complessivo che comprenda la riqualificazione anche dell’area di via Marsala e di quelle adiacenti alla stazione. Lo sta facendo da anni, ma senza mai centrare l’obiettivo.

Una cosa è certa: sulla riqualificazione delle aree dismesse si gioca il futuro del capoluogo friulano. Ai siti ferroviari vanno aggiunte le ex caserme e le ex aree industriali in vari quartieri della città. I recuperi sono stati bloccati anche dal rallentamento del mercato immobiliare che ha bloccato chi in passato era disposto a investire.

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