Le ceneri dei defunti si custodiscono in casa

Nonostante il “no” della Chiesa molti preferiscono tenersele. Aumenta la sorveglianza nei cimiteri

SACILE. A Sacile le ceneri del caro estinto si tengono nel salotto di casa. Le norme della chiesa lo vietano? «Infrante per amore – ha raccontato una vedova in via Ronche –. Lo spirito di mio marito è una vicinanza quotidiana che mi dà conforto. Le sue ceneri riposano nella teca protetta, in salotto e per Ognissanti accenderò le candele». Altri sacilesi vogliono disperdere le ceneri del nonno o del coniuge: vanno a Polcenigo, perché nel cimitero monumentale in viale Benvenuto l’area dedicata è rimasta sulla carta. Intanto, aumentano i loculi vuoti nel cimitero a San Odorico («oltre un centinaio», secondo la stima del custode Mirko Sfira), ma in questi giorni di celebrazioni in memoria dei defunti e forti flussi di familiari sulle tombe, sono stati riempiti da fiori. «Massima vigilanza davanti ai cimiteri di San Odorico – dice Stefano Antonel, comandante degli agenti municipali – e Cavolano». “Topi d’auto” avvisati.

Con circa duemila euro il caro estinto si può depositare nell’urna sulla scrivania di casa, oppure nel caveau in banca. «L’amore per sempre si porta a casa – ha spiegato un sacilese di San Giovanni del Tempio - con le ceneri». La scelta aumenta perché si risparmia il secondo dolore: quello della riesumazione della salma. Boom di cremazioni e l’ingorgo si verifica a volte nei crematori di Spinea, Treviso e Marghera. Le pompe funebri Salvador hanno presentato in Comune il progetto per una nuova “funeral house”: il cantiere aprirà in via Bandida prima di San Silvestro. Quello che manca è un centro cremazioni nel Pordenonese: tramontata l’ipotesi di aprirne uno a Porcia, potrebbe farsi avanti la candidatura nell’area Liventina, anche se le proteste a San Odorico nel 2015 hanno congelato l’idea di un forno crematorio nel recinto del cimitero monumentale in viale Benvenuto.

Morire sta diventando un lusso per tante tasche: 5 mila euro è il conto medio del funerale. «Il 40 per cento delle famiglie sceglie l’urna per le ceneri del caro estinto – ha indicato Sfrisa che coordina le inumazioni -, come ultima dimora. Ogni 10 morti si contano 4 o 5 cremazioni: è cambiata la tendenza a pianificare l’ultimo viaggio». In dettaglio, ci sono circa otto richieste su dieci agli sportelli dell’anagrafe di piazzetta Manin, per raccogliere le ceneri in un’urna. «La cremazione costa la metà – dicono del tariffario nello sportello dei servizi cimiteriali - della concessione di un loculo». Il caro estinto si può depositare nell’urna a casa (un terzo delle scelte nel mercato dei servizi funebri) oppure nel loculo al cimitero o altrove (in una cassetta di sicurezza). Altrimenti c’è la sepoltura in terra: è proibito spargere le ceneri a Sacile. «Bisogna trasferirle a Polcenigo – è la soluzione dice Sfrisa –. Non si possono spargere nel Livenza». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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