«Le biblioteche non sono a rischio»

L’assessore Torrenti replica ai Comuni: modificare la legge non ha senso
Di Giacomina Pellizzari
Udine 6 Maggio 2014. Romano Vecchiet direttore Biblioteca Civica Joppi e Biblioteca Ioppi. Telefoto Copyright Agenzia Foto Petrussi / Petrussi Diego
Udine 6 Maggio 2014. Romano Vecchiet direttore Biblioteca Civica Joppi e Biblioteca Ioppi. Telefoto Copyright Agenzia Foto Petrussi / Petrussi Diego

«Cambiare la legge sui beni culturali non ha senso, il sistema bibliotecario dell’hinterland udinese può ingrandirsi». Non si è fatta attendere la risposta dell’assessore regionale, Gianni Torrenti, sul rischio chiusura del sistema che unisce 18 comuni, gestito dalla biblioteca civica Joppi.

A sollevare il caso è stato l’assessore comunale alla Cultura, Federico Pirone, secondo il quale con l’avvento delle Uti, il sistema, nato dal basso, rischia di frantumarsi. «La legge 23 prevede un unico sistema bibliotecario in una singola Uti» ripete Pirone, mentre Torrenti ripete che «possono far parte di un sistema bibliotecario le biblioteche pubbliche e private situate nel territorio di una o più Uti contigue». Questo è il tema perché del sistema bibliotecario dell’hinterland udinese, quello che garantisce più di 271 mila prestiti all’anno, fanno parte anche comuni che non rientrano nell’Uti Friuli centrale. Vale a dire San Giovanni al Natisone, Manzano, Buja, Santa Maria la Longa e Tarcento. «Le indicazioni della Regioni prevedono aggregazioni di comuni che facciano parte di un unico sistema dell’udinese, a questo punto devono mettersi d’accordo e fare sistema» insiste Torrenti registrando la condivisione di Pirone: «Se la Regione vuole accompagnare questo percorso va bene». Detto questo, però, l’assessore mantiene i suoi dubbi sul percorso che, a suo dire, si presenta tutt’altro che facile. «Ci sono comuni come Manzano, Buja, Tarcento e San Giovanni, che non hanno un sistema bibliotecario di riferimento» aggiunge prima di ribadire che «Udine deve continuare a gestire il sistema. La Regione ci aiuti a non disperdere quello che abbiamo costruito negli ultimi cinque anni. Se c’è la disponibilità ad accompagnare questo percorso e ad accrescere la pontenzialità del sistema e della città capoluogo ben venga». Pirone ricorda, infatti, che tutti i 18 comuni hanno chiesto, per iscritto, alla Regione di modificare la legge sui beni culturali.

Il botta e risposta resta aperto. I comuni friulani temono di perdere quella che, senza temere esagerazioni, definiscono un’eccellenza. Sulla qualità del servizio offerto concorda pure Torrenti: «Noi cerchiamo di ridurre a sette, al massimo otto, il numero dei sistemi bibliotecari anche perché con l’entrata in vigore della nuova legge sui beni culturali, l’utenza da ogni sportello può chiedere e ricevere in prestito i libri conservati in tutte le biblioteche della regione». Questo significa che alla Joppi si potrà ritirare il volume schedato nella biblioteca di Trieste.

«Per l’utenza non cambierà nulla se quella decina di comuni fuori posto aderiranno al sistema di competenza o se, in alternativa, si costituirà un sistema bibliotecario comprensivo degli enti riuniti in due o tre Uti» insiste l’assessore regionale nel riassumere, alla luce del sistema di prestito esteso a livello regionale, nella creazione di un unico centro di acquisto e orari comuni, le funzioni dei sistemi bibliotecari. Ecco perché, sono sempre le parole di Torrenti, «la Regione investirà nella fornitura dei software ai Comuni» per arrivare ad ampie aggregazioni.

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