Le biblioteche in allarme: scure del 60% sui contributi

Gli amministratori scrivono una lettera aperta all’assessore regionale De Anna. Vecchiet (Joppi di Udine): «Le nostre sale sono più frequentate di tanti teatri»
ANTEPRIMA Udine, 7 settembre 2004. Ore 16.00 BIBLIOTECA JOPPI L'edificio che ospita la biblioteca in centro. Telefoto Copyright Andrea di Varmo/Foto Agency Anteprima © (tutti i diritti riservati, citazione obbligatoria) www.anteprimafoto.it
ANTEPRIMA Udine, 7 settembre 2004. Ore 16.00 BIBLIOTECA JOPPI L'edificio che ospita la biblioteca in centro. Telefoto Copyright Andrea di Varmo/Foto Agency Anteprima © (tutti i diritti riservati, citazione obbligatoria) www.anteprimafoto.it

UDINE. «Un taglio del 60% da un anno all’altro!». Una tragedia, per il sistema bibliotecario regionale, che insorge a fronte compatto (con l’unica eccezione, verosimilmente dettata da questioni di colore politico, del Codroipese): da Trieste all’hinterland udinese, dal Pordenonese a Spilimbergo e Maniago, dal Goriziano al Basso Friuli, da Bassa Friulana centrale, Carnia, Cividalese, Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale si leva un coro unanime, un grido di protesta trasmesso all’assessore regionale alla cultura Elio De Anna tramite ufficiale missiva.

«I contributi – recita la lettera aperta – sono passati dai 695 mila euro del 2012 a 320 mila. Ciò significa indebolire pesantemente e rimettere in discussione il ruolo determinante della biblioteca pubblica, che in un momento di crisi economica e finanziaria come quello che stiamo attraversando rappresenta una risorsa fondamentale per la socializzazione, l’alfabetizzazione e l’accesso all’informazione dei cittadini. Il dato annuale dei prestiti librari in Friuli Venezia Giulia supera il milione di unità; due milioni le presenze registrate fra le singole strutture. Una dimensione, insomma, di assoluto rilievo.

La Regione, che nel 2006 si è finalmente dotata di uno strumento legislativo importante e aggiornato per sviluppare la rete bibliotecaria, dovrebbe fungere da primo promotore della crescita del servizio. La realtà, invece, è purtroppo ben diversa: manca di fatto un ufficio regionale delle biblioteche, più volte reclamato, e solo a distanza di sei anni dall’emanazione della normativa si è addivenuti alla realizzazione di un portale web dei vari presidi bibliotecari nostrani, peraltro non ancora del tutto funzionante; il prestito interbibliotecario è finanziato esclusivamente in provincia di Udine e non è stato tuttora individuato l’archivio regionale del libro, in cui conservare la seconda copia del deposito legale previsto dalla legge in materia. Difettiamo, pure, di un’efficace e attendibile raccolta dei dati statistici».

Lo sconcerto della categoria è palpabile nelle parole del direttore della Joppi di Udine, Romano Vecchiet: «Quanto potremo resistere, a queste condizioni? Fino a quando riusciremo a governare un meccanismo che si vede minato alla base? Perché – motiva – le cifre parlano chiaro e la conseguenza è lampante: con una sforbiciata così netta ai trasferimenti regionali (e conseguentemente comunali) le biblioteche non avranno più le risorse per acquistare volumi, e dunque per aggiornare il proprio patrimonio, non potranno rinnovare le convenzioni con una serie di cooperative che – negli ultimi anni – hanno favorito il potenziamento delle offerte rese all’utenza, non riusciranno a confermare il nugolo di attività culturali cui il pubblico era ormai abituato».

E non si parla, si badi bene, di “pubblico di nicchia”: «Al contrario! Le biblioteche sono molto più frequentate – nota Vecchiet – di tanti teatri regionali. Auspichiamo quindi che il prossimo governo del Friuli Venezia Giulia ci riservi un’attenzione diversa. L’attenzione che meritiamo, e che ora cercheremo di stimolare tramite i media».

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