Morto sul lavoro alla Rdm di Ovaro: nel 2018 nello stabilimento perse la vita un altro operaio
Sette anni fa un incidente con un macchinario tagliaquadranti fu fatale al 34enne Patrick Cattarinussi. L’azienda sulla tragedia di Straulino: «In corso verifiche interne»

«Rdm Group è profondamente colpita dall’incidente. Esprime il più sentito cordoglio per la perdita di Paolo Straulino e si stringe intorno alla sua famiglia in questo triste momento».
A scriverlo, in una nota, il gruppo che gestisce lo stabilimento di Ovaro, dove nella serata di sabato 3 maggio si è verificato l’incidente costato la vita all’operaio. «Anche in questa giornata di dolore – prosegue il comunicato diramato ieri –, il Gruppo Rdm sottolinea e ribadisce il proprio convinto impegno in tema di sicurezza. Sono già in corso tutte le analisi interne per comprendere la dinamica dell’incidente».
Alessandro Galavotti, responsabile del personale dello stabilimento gestito dal gruppo Reno de Medici spa, conferma che l’azienda è impegnata in queste ore «per effettuare tutte le verifiche del caso al fine di chiarire la dinamica» dell’incidente che si è verificato sabato sera.
Sette anni fa nella fabbrica della val Degano si era registrato un altro incidente mortale. Il 23 ottobre 2018 Patrick Cattarinussi, 34 anni, perse la vita mentre manovrava un macchinario tagliaquadranti. La testa del trentaquattrenne venne schiacciata dal motore discendente del macchinario.
Allora l’allarme nello stabilimento di Chialina era scattato verso le 8.40. Sul posto, allertati dai colleghi – che avevano sentito le urla del giovane operaio – erano giunti i soccorsi del 118 con una ambulanza in codice rosso, i vigili del fuoco di Tolmezzo e Udine e i carabinieri della Compagnia tolmezzina, ma purtroppo l’operaio era deceduto per il grave trauma cranico riportato. Nel 2023, il giudice monocratico Roberto Pecile aveva assolto Silvano Giorgis, presidente della Rdm Ovaro spa, e Fabrizio Puschiasis, coordinatore del reparto dove Cattarinussi prestava servizio.
Paolo Bearzi, coinvolto in quanto direttore e responsabile per la sicurezza dello stabilimento era stato invece condannato a 6 mesi di reclusione, sospesi con la condizionale. E le condotte omissive erano state riconosciute anche a carico oltre della stessa società, chiamata a rispondere dell’illecito commesso da un proprio apicale e condannata a 50 mila euro di sanzione.
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