L’Austria copia la sedia di Manzano

Una è visibile a Villaco e una alle porte di Vienna. L’Asdi: ce ne sono altre in Europa, significa che la nostra è piaciuta

MANZANO. Alta 20 metri, come un palazzone di 7 piani. Un simbolo di quel “Distretto della sedia” che era diventato – prima del tracollo economico incominciato con la delocalizzazione e l’irrompere di competitors spietati come i cinesi - un prototipo industriale di vaste proporzioni: accanto a relativamente poche industrie di grande e media dimensione esisteva infatti un pullulare di laboratori artigianali o micro-botteghe che fornivano il 70% della produzione italiana ed il 50% della produzione europea.

Era nata così l’idea di realizzare la sedia più grande del mondo dal peso di ben 23 tonnellate, un simbolo che poi fu ubicato nel largo detto appunto della sedia, ben visibile dalla Strada regionale 56 (sulla sinistra in direzione Gorizia-Trieste). Insomma, un simbolo vero, di cui non soltanto Manzano ma l’intero Friuli è andato fiero. Ma un simbolo che, evidentemente, è piaciuto molto. Soprattutto in Austria. Dove di sedie “simil-Manzano” sono comparse da tempo. Quella più vicina al confine tarvisiano è stata installata a Villacco, all’esterno della XXX Utz, azienda che vende anche prodotti italiani. È colorata di rosso e, ovviamente, è soltanto simile a quella di Manzano. Quanto alle dimensioni non è dato sapere se sia più grande o più piccola della sedia friulana.

Resta anche il fatto che quella di Villacco non è l’unica maxi sedia realizzata in Austria. Un’altra, molto grande – come riferisce il presidente dell’Asdi, Giusto Mauro – «l’ho notata un giorno che in auto mi stavo recando a Vienna e proprio alla periferia della capitale l’ho vista svettare. «Quella di Villacco – spiega ancora Mauri – trova giustificazione nel fatto che l’azienda in questione, che fa parte di una catena più grande, vende prodotti nostri tra i quali anche quelli realizzati nel Distretto».

Mauri aggiunge che la sedia di Manzano non poteva essere brevettata e in ogni caso tutte le altre realizzate finora sono delle imitazioni. «È chiaro comunque – ci tiene a precisare – che fa piacere sapere che gli austriaci non soltanto hanno gradito la nostra idea, ma l’hanno voluta imitare. E pare ci stiano riuscendo. Sicuramente, quando abbiamo costruito la sedia più grande del mondo a molti sarà venuto in mente l’idea di farla più grande della nostra. Un po’ come avviene nella gara di chi realizza il grattacielo più alto del mondo».

Mauri si dice comunque ottimista perché in ogni caso quelle sedie sono una sorta di biglietto di visita del Distretto, spesso dato definitivamente per morto, ma che invece sta dando segnali di grande vitalità.

«Dopo tante difficoltà – conclude – abbiamo dei riscontri positivi che ci fanno ben sperare e che ci dicono che il Distretto è ancora vivo e vitale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto