Latterie-Granarolo, lo sciopero raddoppia

Due giorni consecutivi di blocco, il 16 e 17 dicembre, per dire no alla trattativa con il colosso emiliano

CAMPOFORMIDO. Non otto, ma sedici ore di sciopero. E’ il duro verdetto emesso ieri al termine dell’assemblea dai lavoratori di Latterie friulane. Decisi a non lasciare nulla d’intentato per spingere il Cda a fare marcia indietro nella trattativa con Granarolo. I 200 dipendenti temono fortemente la prospettiva di una fusione tra Latterie e il colosso bolognese. Per le pesanti ripercussioni che potrebbe causare a livello di occupazione. Diretta e indiretta.

Ma anche per il contraccolpo che ne deriverebbe per il settore agroalimentare, una delle ultime frecce che l’economia del Fvg ha ancora al suo arco. Da qui la decisione di alzare il livello della protesta con 16 ore di sciopero. Il doppio rispetto al pacchetto deciso dall’assembla precedente. Porteranno al completo blocco della produzione per due giorni: il 16 e 17 dicembre.

Oltre all’astensione dal lavoro, le parti sociali progettano di rivolgersi alla presidente Debora Serracchiani: «Fin qui – ha detto ieri la segretaria regionale di Fai Cisl Claudia Sacilotto - la politica ci ha snobbato. Abbiamo scritto a tutti i capigruppo in consiglio regionale, ma nessuno ci ha risposto. Speriamo ora nell’intervento della presidente». Quanto allo sciopero, «per i lavoratori si tratta di un sacrificio che peserà in busta paga. Ma altre strade da percorrere oggi non ce n’è», ha detto dal canto suo Fabrizio Morocutti, segretario generale di Flai Cgil Udine riferendo di uno stato d’animo, tra le maestranze, misto di rabbia, delusione e preoccupazione.

«I lavoratori hanno chiesto ancora una volta un passo indietro al Cda e confermato la sfiducia nei confronti del presidente Rossi – ha proseguito Morocutti -. Alla nostra proposta di aumentare il numero di ore di sciopero hanno aderito con slancio, comprendendo la serietà del momento, perché qui, non prendiamoci in giro, in ballo ci sono il futuro della cooperativa e dell’intero settore lattiero-caseario». Nei due giorni di astensione dal lavoro, i dipendenti animeranno un presidio permanente fuori dai cancelli dell’azienda cui saranno invitati anche i sindaci della zona.

«Bloccheranno totalmente l’attività e al contempo denunceranno all’opinione pubblica quanto sta accadendo alla cooperativa di Campoformido – ha tuonato ancora Morocutti – il cui Cda sta letteralmente alzando bandiera bianca preparandosi a cedere uno dei gioielli del Fvg all’Emilia Romagna». «Il consiglio – che pare si riunirà oggi, ma fuori dagli uffici di Campoformido (forse per timore di qualche rimostranza da parte dei lavoratori) - non ha capito nulla di dove sta portando, con le sue azioni, la più importante realtà lattiero-casearia del territorio», ha aggiunto Sacilotto.

«Il tutto quando c’erano, e a nostro giudizio ci sono ancora, tutti i presupporti per ragionare con la regione – ha concluso la cislina -. Qui non abbiamo a che fare con multinazionali e fondi d’investimento stranieri. Abbiamo a che fare con “noi stessi”».

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