L’ateneo restaura l’ex Renati e la chiesa di Santa Lucia

Investe 7,4 milioni di euro per il dipartimento giuridico e la biblioteca umanistica Negli stabili delle vie Caneva e Mantica i lavori dureranno un anno e mezzo
Udine 21 maggio ex chiesa santa lucia Agenzia Petrussi foto Turco Massimo
Udine 21 maggio ex chiesa santa lucia Agenzia Petrussi foto Turco Massimo

L’università ristruttura la sezione femminile dell’istituto Renati e l’ex chiesa di Santa Lucia pagata, 15 anni fa, al Consorzio universitario Friuli, 0,61 euro. L’ateneo investe 7.454.761 euro in centro storico. Trasformerà l’ex chiesa di via Mantica nella biblioteca del polo umanistico, l’ex sezione femminile del Renati, con ingresso da via Caneva, nella sede del dipartimento di Scienze giuridiche. Nel primo caso i lavori saranno consegnati a giorni all’impresa Carena di Genova, nel secondo, invece, il raggruppamento temporaneo delle imprese Cardazzo Ermenegildo di Fontanafredda e Friulana costruzioni di Sedegliano ha aperto il cantiere lo scorso 12 marzo. Il consolidamento statico dell’ex chiesa è stato aggiudicato con il 22,11 per cento di ribasso, la ristrutturazione dell’ex Renati con un meno 36,11 per cento.

Entrambi gli stabili antichi sono frutto di passaggi di proprietà avvenuti decine di anni fa.

L’ex chiesa

L’ex chiesa trova le sue origini nella cappella dedicata a Santa Lucia fatta costruire, nel 1367, dalle sorelle Dè Mulargis, in onore della santa, e ampliata dagli Agostiniani trasferiti in città nel 1381 da Mereto di Tomba. In epoca più recente, l’ex luogo di culto è stato utilizzato come deposito dal personale della biblioteca civica Joppi anche se il Comune l’aveva ceduta al Consorzio universitario Friuli per un prezzo simbolico di 1.190 vecchie lire già nel 1989. Vincolata dalle belle arti, l’ex chiesa ha sempre avuto un destino certo: diventare la biblioteca del polo umanistico con 40 mila volumi a disposizione. A breve prenderà il via il primo lotto lavori che esclude l’acquisto degli arredi. L’università non ha abbastanza fondi, da qui la necessità di articolare in più fasi l’investimento che consente di restituire alla città un luogo di pregio. Il Comune, infatti, potrà utilizzarlo gratuitamente nell’ambito degli eventi culturali.

Sezione femminile del Renati

Acquistata nel 2007 versando 2,2 milioni di euro, la sezione femminile dell’istituto Renati, fino a pochi mesi fa, ha ospitato gli uffici della Fondazione. Giuseppe Filippo Renati, figlio di un rabbino della comunità ebrea, convertitosi al cattolicesimo, costruì la struttura nel 1761 per sostenere la scuola riservate alle fanciulle orfane voluta della contessa Emilia Freschi. La scuola soffriva la mancanza di sussistenza e stava per essere soppressa. Le allieve si legarono a tal punto a quel luogo che quando l’università voleva demolire la cappella delle suore Rosarie, si mobilitarono in molte e la “salvarono”. Oggi la cappella fa parte del progetto di ristrutturazione firmato dall’ingegner Fulvio Catalano. In questo sito pieno di ricordi sorgerà la sede del dipartimento di Scienze giuridiche. Si tratta di una scelta strategica determinata dalla vicinanza del polo economico di via Tomadini.

Oltre al recupero dell’immobile antico, il progetto prevede anche la ristrutturazione della corte interna che sarà utilizzata come parcheggio di servizio dal personale, al quale saranno riservati 46 posti auto, e come spazio collettivo esterno.

Entrambi i cantieri resteranno aperti 540 giorni, questa la durata dei lavori che saranno monitorati dall’ingegner Giampaolo Proscia dell’ateneo friulano nella sua funzione di responsabile unico del procedimento (Rup).

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