Lasciano il posto fisso per stare con i figli: la sfida vinta da due architette

UDINE. Lasciano il posto fisso per coniugare lavoro e famiglia. Sylva Gortana e Barbara Candoni, designer e architetto, entrambe con origini carniche, due anni fa hanno fondato lo studio Das 16.8.
«Un salto nel buio» hanno raccontato, che però ha portato bene perché la loro installazione nella chiesa sconsacrata di San Carpoforo ha vinto il primo premio al Fuori Salone di Milano.
«Eravamo state selezionate in mezzo al gotha di architettura e design, personaggi studiati sui libri all’università. Per noi era già una vittoria poter lavorare al loro cospetto – ha spiegato Gortana –. Ci siamo impegnate senza alcuna ambizione al premio».
Poi però le cose sono andate diversamente. L’organizzazione del Salone del Mobile ha chiesto a tutti i visitatori di segnalare il progetto che li aveva colpiti di più e il loro WhiteInTheCity – Oikos ha sbaragliato ogni concorrenza. «Barbara e io siamo partite dal nulla – sono ancora le parole di Gortana –, siamo due totali sconosciute, non abbiamo ricevuto nessuna spinta. Quindi questo riconoscimento è stato ancora più gradito».
Candoni e Gortana – la prima originaria di Sutrio, la seconda di Sigilletto di Forni Avoltri – si conoscono lavorando fianco a fianco per un grosso studio che fa progettazione d’interni per grandi alberghi.
«Fino a quando abbiamo deciso di mettere su famiglia – ha ricordato Gortana –. Sono mamma di due gemelli e anche Barbara nel frattempo è diventata mamma, gestire tutto era difficile. E quindi, due anni fa abbiamo deciso di metterci in gioco».
Das 16.8 nasce così. Acronimo di “design, architettura e staging”, il termine gioca sulla casuale e comune data di nascita delle due fondatrici, il 16 agosto.
«È stato per noi un salto nel buio, ma abbiamo deciso di provarci – hanno detto Candoni e Gortana –. Siamo piccoline, ma ci stiamo impegnando tanto e otteniamo buoni risultati, grazie anche ai nostri mariti che ci supportano e credono in noi. Anche perché prima avevamo una certezza, ora è tutto in divenire».
Università e master fra Milano e Australia per Gortana, studi a Udine ed esperienza in Germania per Candoni, «siamo diventate due professioniste dopo un duro lavoro chine sui libri – hanno spiegato –. Amiamo quello che facciamo e non sarebbe stato giusto mollare tutto per dedicarci esclusivamente alla famiglia. Abbiamo trovato questo modo, selezionando pochi lavori in cui ci impegniamo al 100 per cento».
Certo, c’è da «sputare pallini» per mutuare le parole di Gortana. «Ho due gemelli di tre anni che dormono poco – ha aggiunto –. Dopo il risveglio notturno loro ritornano a letto, ma spesso io non riesco più a riprendere sonno. Quindi ci sono giorni in cui inizio a lavorare alle tre del mattino e finisco alle 22.
È dura, ma qualche soddisfazione la stiamo prendendo». Lo studio Das 16.8 sta ultimando un ampliamento per un albergo di Sauris. Nel frattempo ci sono anche direzioni artistiche, il lavoro di comunicazione per le aziende e la cattedra all’Accademia di belle arti di Udine in progettazione e allestimento.
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