L’arte di Chiarottini riempie anche Cividale

Capannelli sotto la pioggia, soprattutto sabato – grazie a condizioni meteo un po’ più clementi – ma anche ieri, fino al tardo pomeriggio: le proposte cividalesi della Giornata Fai di Primavera hanno richiamato tanta gente, nell’arco del weekend, nella città ducale, cuore del “percorso misto” (condiviso, cioè, con Udine) dedicato a Francesco Chiarottini. Tre i siti di visita, uno dei quali, però – palazzo Pontotti Brosadola –, riservato agli iscritti al Fondo e accessibile esclusivamente nel primo dei due giorni della manifestazione: non sono mancati, così, i disguidi, probabilmente a causa di una scarsa divulgazione di tale aspetto. Più di qualcuno, infatti, ha scoperto solo al momento dell’ingresso nel prestigioso immobile di piazza San Francesco – dove si poteva entrare a piccoli gruppi e nel cui androne, conseguentemente, si sono formate code di persone in attesa – che per l’accesso era necessario essere già “tesserati” o pagare la quota d’iscrizione, 40 euro. Al di là di alcuni brontolii e perplessità, comunque, la circostanza ha ottenuto riscontri soddisfacenti.
Merito di un’offerta di nicchia, che ha consentito di scoprire angoli “segreti”, ordinariamente non visibili. E’ il caso dei saloni del Pontotti Brosadola, per l’appunto, edificato dai conti Pontotti – giunti a Cividale intorno alla metà del Settecento – e custode di ricche decorazioni che i proprietari commissionarono al Chiarottini. Gli affreschi impreziosiscono lo scalone, i pianerottoli e il salone del piano nobile: con l’abilità scenografica e il raffinato tratto che lo contraddistingue il maestro riempì tali spazi di colonnati che inquadrano vedute prospetti che; sulla volta della scalinata, inoltre, raffigurò un’immagine allegorica, di derivazione tiepolesca. Quanto, invece, alle opzioni per il pubblico in genere, senza preclusioni: il Fai ha aperto ai visitatori le porte di palazzo Puppi Villanova, in Foro Giulio Cesare, e del palazzo municipale, piccola miniera – quest’ultimo – di testimonianze pittoriche a firma di Francesco Chiarottini. L’ampia stanza del sindaco e quella, attigua, del segretario comunale sono infatti interamente tappezzate da dipinti che un recente e complesso restauro (finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali) ha riportato all’originario splendore: l’intervento ha incluso il rifacimento delle linee decorative mancanti, a completamento delle scene deterioratesi nel tempo. Al Puppi Villanova, infine, è la sala al primo piano ad essere stata toccata e trasformata dalla mano dell’artista, con motivi classicheggianti su fondo bianco. «Peccato per il brutto tempo di ieri, che ha frenato l’affluenza – commenta l’assessore al turismo Daniela Bernardi –: nell’insieme, tuttavia, l’iniziativa è stata un successo. Una riprova del grande valore del progetto curato dal Fai».
Lucia Aviani
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