L'App che controlla se le persone positive al Covid stanno bene: come funziona e come interagiscono i medici

PORDENONE. Sono sei, cinque affetti da Covid-19 e uno con scompenso cardiaco, i pazienti del dottor Fernando Agrusti di Casarsa della Delizia, segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), seguiti con la telemedicina. La fase di emergenza Covid si dimostra anche l’occasione per sperimentare sul campo modelli sino a ora teorici o poco applicati.
È la piattaforma “Netmedica” della Fimmg a rendere disponile la strumentazione per il progetto. «Mi sono stati forniti 10 dispositivi – afferma Agrusti – che consentono ai pazienti di rilevare i parametri. Automaticamente vengono trasmessi a una app che io posso controllare in ogni momento, non soltanto dal computer, ma anche dal telefono».

Un monitoraggio a distanza dello stato di salute con dati precisi, quelli degli strumenti medici forniti. Il paziente si scarica la app su qualsiasi dispositivo e controlla i parametri richiesti: tra quelli per il Covid saturazione, febbre e pressione. Lo strumento che viene fornito per le rilevazioni trasmette attraverso il Bluetooth i dati alla app che li carica immediatamente sul portale. Dall’altra parte il medico digitando il nome del paziente in qualsiasi momento può controllarli. Uno dei 6 pazienti che partecipano alla sperimentazione ha uno scompenso cardiaco (il progetto è stato avviato con la cardiologia dell’ospedale di San Vito al Tagliamento) e, oltre a fornire i parametri consueti, la strumentazione consente anche di effettuare una traccia di ecocardiogramma.
Al Messaggero Veneto abbiamo creato una nuova newsletter per fare il punto ogni settimana sul Covid in regione. È gratuita, puoi iscriverti qui.
«Io con la app posso conoscere i dati dei pazienti – prosegue il medico di medicina generale – e, invece di telefonare tre volte al giorno, lo faccio una volta sola per sapere come stanno. Indico quando devono fare le rilevazioni e, senza dovere andare al loro domicilio, entro ciclicamente nel portale e controllo il loro stato. Se dovessi vedere che i parametri peggiorano decido se inviare l’Usca (Unità straordinaria di continuità assistenziale per i pazienti Covid a casa) oppure disporre il ricovero».
I vantaggi sono diversi. «Non devi andare nelle case considerato che con il Covid è un problema anche per i dispositivi di protezione individuale – sottolinea Agrusti – e ti evita diverse telefonate durante il giorno. Inoltre hai un monitoraggio continuo e un data base con tutte le informazioni». La difficoltà può essere l’installazione della app su telefono o tablet nel caso di pazienti anziani, problema risolvibile nella maggior parte dei casi con i familiari.
«La cosa sta andando molto bene – rileva –. È evidente che io ho numeri bassi adesso e riesco a controllare i pazienti più volte al giorno, ma nel caso si diffondesse questa modalità ci sarebbe bisogno di un centro servizi che raccolga i dati e provveda a distribuire gli strumenti e a spiegare come scaricare la app». Uno dei pazienti spiega che «faccio i controlli quando voglio, basta premere un pulsante».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto