L’addio a don Aldo: «È stato un padre per l’intera comunità»

Francesco Mazzolini



/ forni di sotto

Una folla commossa ha salutato ieri don Aldo Lenarduzzi, il pievano che in 40 anni a Forni di Sotto, battezzato 218 persone, unito in matrimonio 72 coppie e pronunciato 542 riti funebri. A celebrare le esequie del “plevan”, come lo chiamavano tutti i fornesi, è stato l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato «questa – ha ricordato – è stata la sua vera casa alla quale si è dedicato in ogni modo, nella quale ha pregato personalmente e ha riunito la comunità nelle celebrazioni liturgiche che curava col canto e in ogni altro aspetto. Lo salutiamo come un padre di famiglia che se ne va, perché credo che in mezzo a voi, cristiani di Forni di Sotto, don Aldo sia stato veramente un padre e voi lo avete sentito così». Le spoglie del sacerdote 86enne originario di Forgaria sono state consegnate alla terra delle montagne che tanto amava. «Una persona speciale – le parole di Rosella Polo, vicesindaco di Forni di Sotto e portavoce del cordoglio della comunità – umana, disponibile e tollerante».

«È arrivato a Forni una domenica del 1979 – lo ricordano i parrocchiani Nazzareno Candotti e Luca Nassivera – e subito ciò che lo ho contraddistinto è stato il sorriso. Mente lucida e amante della fotografia, è stato uno dei primi ecologisti a Forni e ha insegnato il rispetto in ogni sua forma e misura. Alla celebrazione del suo 50° genetliaco sacerdotale, chiese scusa a chiunque si fosse ritenuto offeso da un suo modo di dire, da un saluto mancato, questo perché lui aveva voluto il bene di tutti, sempre e in ogni luogo». «Un umile servitore nella vigna del Signore – lo ritrae commosso Candotti. Umile, ma instancabile». —



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