La truffa del “tronista” I creditori sono 84, pretendono 1,2 milioni

Un paio di creditori arrivati da Trento e qualche attimo di tensione in tribunale a Pordenone nell’udienza sullo stato passivo dell’azienda fallita ex Fabbriche Riunite srl di Brugnera, dell’ex “tronista” Paolo Marco Filippin. «Ho speso 16.500 euro – si è sfogato un cliente – e non ho mai ricevuto l’arredo».
Intanto le indagini proseguono sul caso del fallimento: alla verifica delle indagini in corso ci sono l’ipotesi di truffa e bancarotta fraudolenta. L’inchiesta della Procura va avanti sul caso dei mobili venduti nella Sato Italia srl poi Fabbriche Riunite in via Carpené e mai arrivati a oltre cento clienti. «Il giudice ha verificato il piano proposto dal curatore fallimentare dei clienti della star nello show di qualche anno fa “Uomini e donne” Paolo Marco Filippin – hanno riassunto alcuni clienti alla Federconsumatori –. Vogliamo il recupero di caparre per mobili mai consegnati».
La richiesta di recupero ha alzato l’asticella a un 1,2 milioni e la priorità per il rimborso si conta in circa 200 mila euro per i cosiddetti privilegiati. In tutto 84 creditori elencati in dieci pagine sul portale dei fallimenti online: ci sono privati, aziende, banche e anche l’ente Longarone Fiere.
«Il problema è quello delle risorse per i rimborsi delle caparre versate dai clienti che non hanno poi ricevuto la merce o conti lasciati in sospeso – ha segnalato Federconsumatori –. Non ci sono risorse. I beni all’asta ammontano a settemila euro». C’è poco da spartire.
«All’asta tre lotti dell’azienda fallita Fabbriche riunite ex Sato Italia a Brugnera in via Carpené al civico 11 – ha ricordato Federconsumatori – con un valore totale di 7 mila euro». L’azienda era stata perquisita dalle Fiamme gialle qualche mese fa, al centro dell’indagine e del polverone mediatico sollevato dalla presunta truffa di mobili venduti e mai consegnati. La perizia e l’avviso di vendita con tutti e tre i lotti ha inventariato arredi e macchine da ufficio presenti a Brugnera e anche nella sede triestina in via San Francesco, poi un automezzo Fiat Doblò immatricolato nel 2016 e con molti chilometri. I beni residui nel magazzino (arredo bagno, componenti cucine ed elettrodomestici) hanno una base d’asta di 1.500 euro, i tre lotti di arredi d’ufficio sommano 2.300 euro in via Carpené e altri 700 a Trieste poi il Doblò è valutato 2.500 euro.
L’ex tronista Filippin si è sempre proclamato innocente e chiusa l’avventura in tivù è scomparso dalle scene fino a quando è finito nella spirale giudiziaria dell’indagine per truffa.–
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