La suocera: «Mi ha violentato». Invece erano amanti: scarcerato

Un marocchino di 24 anni era stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Pordenone
Una veduta interna dal carcere sull'isola dell'Asinara, in una immagine di repertorio. "Occorre compiere una approfondita riflessione sull'opportunità di riaprire, previa idonea ristrutturazione, gli istituti presenti nelle isole di Asinara e soprattutto Pianosa". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, durante l'audizione in commissione parlamentare antimafia...ANSA/GIUSEPPE UNGARI
Una veduta interna dal carcere sull'isola dell'Asinara, in una immagine di repertorio. "Occorre compiere una approfondita riflessione sull'opportunità di riaprire, previa idonea ristrutturazione, gli istituti presenti nelle isole di Asinara e soprattutto Pianosa". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, durante l'audizione in commissione parlamentare antimafia...ANSA/GIUSEPPE UNGARI

PORDENONE. Era stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Pordenone con l’accusa di aver violentato la suocera tenendola sotto la minaccia di un coltello, di averla rapinata e, infine, di aver dato fuoco al letto per nascondere le tracce dell’accaduto.

Per questo K.N., di 24 anni, marocchino, residente a Vittorio Veneto, era stato condannato in primo grado a cinque anni di reclusione. In Appello, ieri, l’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste. Non c’è stato alcuno stupro: la suocera si era inventata tutto, accusandolo ingiustamente.

I giudici hanno accolto dunque la ricostruzione della difesa, rappresentata dall’avvocato Guido Galletti: il ragazzo e la suocera di 61 anni avevano una relazione sentimentale clandestina che durava da qualche tempo e il giorno dell’accaduto - era il settembre 2012 - si erano appartati in camera da letto, approfittando del fatto di essere soli in casa.

La figlia della donna, e compagna del marocchino, era rientrata prima del tempo scoprendo i due sul fatto: la madre, a questo punto, aveva sostenuto di essere stata minacciata con un coltello e violentata. Per la difesa del giovane, dunque, si tratta di una bugia raccontata dalla donna per tutelarsi di fronte alla figlia.

E il letto andato a fuoco? Anche su questo aspetto l’avvocato Guido Galletti ha fornito una ricostruzione del tutto diversa. Ha attribuito il fatto alla compagna dello stesso che, per la rabbia provata trovandosi di fronte al scena della madre e del compagno a letto insieme, aveva reagito dando fuoco al letto.

Il ventiquattrenne è stato dunque assolto dalle accuse di violenza sessuale e di danneggiamenti, mentre è stato condannato per la sola resistenza a pubblico ufficiale, la reazione che ebbe quando i carabinieri andarono ad arrestarlo.

A fronte della condanna di primo grado al giovane era stata sospesa la patria potestà e per uno dei figli avviato il procedimento per l’affido provvisorio.

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