La storica biblioteca Florio torna nell’ateneo dei friulani

Il professor Attilio Maseri dona dodicimila preziosi volumi all’Università

UDINE. Nel De oratore, Cicerone stabilisce i parametri di valutazione. «La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzio dell’antichità».

Nell’accelerazione contemporanea, che si concentra sulle ipotesi futuribili, presente e passato godono di una trascuratezza preoccupante. C’importa poco di ciò che stiamo attraversando - superfluo a parte, magnificamente celebrato - ancor meno del pregresso. Il transito di una ineguagliabile collezione di volumi - diciamo dodicimila - smuove la cronaca passeggera di un pigro agosto.

La storica biblioteca Florio rioccuperà i suoi spazi originari, in quel palazzo ora sede centrale dell’università udinese, da dove fu smontata per essere ricomposta nella villa di Persereano. Non subito, qualche mese passerà. C’è la firma, intanto, che riassume il gesto del professor Attilio Maseri, ad ora custode di un patrimonio culturale fra i più cospicui del Friuli Venezia Giulia, equiparabile alla Guarneriana di San Daniele e a quella arcivescovile.

La raccolta Florio testimonia un interesse letterario, scientifico e tecnico dell’età dei Lumi. Il nucleo primitivo, indizio significativo dell’inserimento della città nel dibattito erudito internazionale, fu composto dai fratelli Francesco e Daniele, protagonisti del Friuli settecentesco.

Il rettore Compagno ha evidenziato «l’importanza dell’atto di straordinaria generosità con il quale ha restituito alla propria “casa” una eccezionale testimonianza della vitalità culturale del Friuli». Un atto che, secondo il rettore, «rappresenta un esempio di come anche i privati, ispirati da illuminato mecenatismo, possono sostenere l’Università e la scienza favorendo con ciò il progresso della società e un futuro positivo per i nostri giovani».

Compagno ha inoltre annunciato che l’Ateneo, «con responsabile consapevolezza del proprio ruolo metterà a disposizione questo straordinario capitale storico-culturale non solo della sua comunità di docenti e studenti, ma anche della città e dell’intero Friuli con l’obiettivo di valorizzarne le potenzialità scientifiche e culturali».

L’imperativo dell’Università è ora quello di aprire e rendere al meglio fruibile un patrimonio tanto pregiato, garantendone però anche la conservazione e la sicurezza con la collaborazione di soggetti pubblici e privati.

«Mi fa molto piacere – ha detto il professor Attilio Maseri – che l’idea della donazione sia stata condivisa dal rettore Cristiana Compagno e dall’ateneo. Si è così completato l’iter che ha riportato la biblioteca a Palazzo Florio, dove era stata pensata, progettata e costruita. I fratelli Francesco e Daniele Florio sarebbero felici di ritrovarla là dove l’avevano fatta nascere».

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