La storia di Gradisca s’impara col risiko
A 400 anni dalla fine delle ostilità, le guerre tra gli Asburgo e la Serenissima diventano un gioco di strategia da tavolo

GRADISCA. Gradisca ha il suo... risiko. È stato presentato nei giorni scorsi il gioco da tavolo dedicato alla Fortezza e alle vicende storiche delle cosiddette “Guerre gradiscane”, proprio nel quarto centenario della conclusione di quel conflitto. Un appuntamento curioso che ha richiamato a Palazzo Torriani un folto numero di cittadini che hanno voluto conoscere l’autore e sviluppatore del gioco, il piacentino Nicola Contardi, introdotto da Claudio Rizzo e dall’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Linda Tomasinig.
«La Storia si fa, si legge e... si gioca» amano affermare gli autori di Europa Simulazioni, casa editrice emiliana di giochi per adulti dedicati a fatti storici importanti, come le battaglie o le missioni che hanno contribuito a determinare nuovi assetti politici e territoriali tra le nazioni. Europa Simulazioni aveva già dedicato alla storia del territorio isontino il gioco “Gorizia 1916” dedicato alla Sesta Battaglia dell’Isonzo. E in passato aveva ispirato i propri “wargames” da tavolo ad altri fatti significativi della Storia italiana e internazionale, come le battaglie per l’Indipendenza di Custoza, le guerre Napoleoniche, la lotta fra Guelfi e Ghibellini, l’invasione della Russia del 1812, la Strafexpedition del 1916. Ma questa volta lo sviluppatore di giochi di Europa Simulazioni, Nicola Contardi, che conta su qualche amicizia gradiscana, ha voluto spingersi oltre, ancor più lontano nel tempo e sulla carta geografica, dedicandosi al conflitto noto come “Guerre gradiscane” che dal 1615 al 1617 segnò lo scacchiere internazionale.
Nei primi anni del XVII secolo due potenze concorrevano per il predominio del Mare Adriatico: la Repubblica di Venezia e la Casa d’Austria. Venezia deteneva il dominio del mare, ma l’Austria non perdeva occasione per sfidarla. Quando le incursioni degli Uscocchi, corsari di fede cattolica al soldo degli Asburgo, dal Golfo del Quarnaro verso le rotte veneziane si fecero più insistenti, Venezia reagì scatenando una guerra lunga e sanguinosa sui propri confini orientali, con l’idea di porre fine alle scorrerie, vincere la sfida austriaca e riconquistare la fortezza fondata e poi perduta, Gradisca. «Il leone di San Marco – recita, suggestiva, la presentazione del gioco – ruggiva ancora».
La Guerra di Gradisca 1615-1617 è un gioco di simulazione di quell’antico conflitto, che vide scontrarsi due potenze dell’epoca in un contesto politico e militare che anticipava il lungo periodo della Guerra dei Trent’anni. Il gioco è basato su accurate ricerche storiche sui documenti disponibili e il sistema è pensato sia per i neofiti sia per gli appassionati di wargames. Il meccanismo del gioco comporta che le unità si attivino per compiere azioni militari con una sequenza non prevedibile, consentendo incertezza sulle sorti della campagna e rigiocabilità. Un mazzo di carte introduce nel gioco gli eventi storico politici del conflitto e consente lo sviluppo di strategie personalizzate.
Componenti del gioco sono una mappa formato A1 (basata su un’antica mappa del Friuli), il libretto delle regole (italiano e inglese), un foglio di pedine (15 mm), un mazzo di 36 carte-evento (per il gioco avanzato) e tre dadi.
Si trattò di un conflitto locale, che trovò però tratti internazionali nella partecipazione di mercenari stranieri, in particolare gli olandesi guidati da Giovanni di Nassau, e nel debutto di Alberto di Wallenstein, celebre condottiero della Guerra dei Trent’anni, sotto le insegne asburgiche. E chissà che il “risiko” made in Gradisca non diventi ora un must per i regali sotto l’albero e un oggetto di culto fra i gradiscani. È possibile preordinare il gioco su http://italianwars.net/.
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