La storia del Messaggero Veneto in una mostra con le pagine più importanti

UDINE. Il 24 maggio del 1946, 70 anni fa, nasceva il Messaggero Veneto. Quotidiano delle Tre Venezie. Sulla prima pagina, in mezzo a tanti articoli, un’unica foto, quella dei gradini di Redipuglia e l’eloquente titolo, «Parlino i morti», a ricordare la non facile realtà del dopoguerra.
Da quel primo numero di sole due pagine - dopo la guerra la carta era materia preziosa - al formato tabloid di oggi che ne conta circa sessanta, all’edizione online sono cambiate molte cose, con il passaggio di testimone attraverso i direttori che lo hanno guidato.
La storia del nostro giornale è ora raccontata attraverso settanta prime pagine, una per ogni anno di ricorrenza, in una mostra itinerante che si inaugurerà oggi nella loggia del Lionello. Settanta “copertine” selezionate tra quelle che hanno segnato la storia della nostra regione e raccolto i più importanti avvenimenti a livello nazionale e internazionale, dalla nascita della Repubblica alla caduta del muro di Berlino al crollo delle Torri gemelle fino a oggi.
Gli anni del secondo dopoguerra tra il 1946 e il 1954, sono densi di importanti tappe politiche: il 2 giugno del 1946 si dà spazio all’esito del referendum popolare che proclama l’Italia una Repubblica, con 339.183 consensi in provincia di Udine contro i 198.388 a favore della Monarchia.
Nel 1947 Gorizia ritorna all’Italia: «Italiani non dimenticate Trieste e l’Istria martiri» recita il titolo, mentre Trieste avrà lo stesso onore, anche in virtù della triestinità dell’allora direttore Carlo Tigoli, istriano, patriota e irredentista, solo nove anni più tardi.
L’elezione di Einaudi a presidente e l’attentato a Togliatti segnano il 1948, mentre nel 1953 campeggia la morte di Stalin. Seguono eventi tragici, come la morte della squadra del Torino in volo sopra Superga (1949) e l’alluvione del Polesine (1951), ma anche l’importante vittoria degli italiani sul K2 (1954) con i friulani Desio e Floreanini in spedizione.
Il decennio successivo due grandi tragedie collettive, quella della miniera belga di Marcinelle (1956), con i 5 minatori friulani tra i 262 morti, e l’immane catastrofe del Vajont (1963). Nello stesso anno del Vajont due importanti morti illustri, quella di Papa Giovanni XXIII e quella di Kennedy, mentre il 10 maggio del 1964 nasce la Regione Autonoma.
Il 1966 segna l’avvento di Vittorino Meloni, direttore longevo (oltre 26 anni) e testimone, oltre che fautore, di molti cambiamenti, dallo spostamento di sede da via Carducci a viale Palmanova con il passaggio all’offset e al colore (maggio 1968, primo giornale italiano a farlo) e poi ai videoterminali (1986).
Sulle prime pagine del 1966 scorrono il centenario dell’italianità del Friuli (con un numero speciale di 108 pagine insuperato) e la visita del presidente Saragat in regione, mentre nel 1972 sarà la volta del Papa. Vittorie (Benvenuti campione a New York) e lutti (Carnera) nel 1967 nel mondo dei pugili nostrani.
Nel 1968 l’assassinio di Aldo Moro e nel 1969 lo sbarco di Armstrong sulla luna. Due attentati dinamitardi con vittime: il pacco bomba di Tolmezzo (1971) e la cinquecento bianca imbottita di tritolo a Peteano.
Tra il 1976 (anno del terremoto) e il 1992 (Caduta del muro di Berlino) irrompe la cronaca degli anni di piombo, con l’assassinio di Aldo Moro e l’agguato di via Spalato a Udine (1978). La vittoria ai mondiali (1982) di Bearzot e Zoff, la visita di Pertini a Udine (1983) e di Carlo d’Inghilterra a Villa Manin (1984) sono parentesi dorate che precedono l’avvento di brutte notizie come il disastro di Chernobyl (1986) e lo scoppio di due nuove guerre nel 1991: quella del Golfo e quella alle porte di casa, con lo sfaldamento della Jugoslavia.
Le inchieste di Mani pulite toccano da vicino la regione e la redazione stessa con il caso Donatella Di Rosa (1993) e il 1998 si chiude con la bomba di viale Ungheria. Dopo le torri Gemelle (2001), ci sarà la visita di Ciampi in regione (2002, anche in redazione), le vittime di Nassiriya (2003) e la morte di Papa Woytila (che nel 1992 era stato ad Aquileia).
Il primo decennio del nuovo millennio si conclude con una doppia caduta di barriere, quella tra Gorizia e Nova Gorica (2004) dopo 57 anni e quella dell’Europa con la Slovenia, con una grane festa a Stupizza per gli accordi di Schengen (2007): Friuli crocevia della nuova Europa è il titolo.
Da allora a oggi è cronaca recente.
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