La soluzione? Mettere i tutor sui rettilinei

L’idea del direttore dell’Ac Udine, Maddalena Valli: "Servono corsi per gli automobilisti"
ANTEPRIMA Udine 3 Gennaio 2007. Direttice Acu.Telefoto copyright Massimo Turco/Foto Agency Anteprima Udine
ANTEPRIMA Udine 3 Gennaio 2007. Direttice Acu.Telefoto copyright Massimo Turco/Foto Agency Anteprima Udine

UDINE. Non gli incroci, né le rotonde. Fuori dalle città le insidie stanno nei rettilinei. Dei 4.181 incidenti registrati nel 2016 sulle strade extraurbane del Fvg, 1.801 si sono verificati sui rettifili. Distrazioni, ma soprattutto velocità eccessiva: un mix micidiale che innesca ogni anno centinaia di scontri sulle nostre strade. Poche storie, sulle statali spesso si corre, ben oltre i limiti: «I controlli ci sono, ma per motivi strutturali non possono essere sufficienti.



La soluzione? Si potrebbero testare i tutor, già adottati con risultati sulle autostrade». A lanciare la proposta è la direttrice dell’Automobile club di Udine, Maddalena Valli.

Direttrice, ma le strade del Fvg sono davvero così pericolose?

«Non più di quelle delle altre regioni. Sono arterie sempre molto trafficate, possono essere controllate con grandi difficoltà a causa dell’estensione. Le zone più pericolose in assoluto restano quelle dei centri urbani, dove si incrociano con maggior facilità utenti della strada eterogenei».

E le extraurbane? Quali sono le criticità?

«Anzitutto la velocità. Sulle statali c’è la tendenza a pigiare un po’ troppo sull’acceleratore, anche per la difficoltà nell’organizzare controlli organici: ci sono le pattuglie e ci sono anche dispositivi pensati come deterrente, ma c’è pure la consapevolezza che in alcuni casi si tratti un po’ di specchietti per le allodole. Una soluzione ottimale ci sarebbe».

E qual è?

«I tutor, il sistema che rileva la velocità media di percorrenza di un determinato tratto. Il sistema è ormai diffusamente utilizzato sulle autostrade, dove ha prodotto risultati efficaci. Su tratti di strada particolarmente lunghi, in capo allo stesso gestore, si potrebbe testare il meccanismo. In passato c’erano stati dei ragionamenti in questo senso per la Ferrata. C’è un aspetto negativo da tenere in considerazione: sulle statali ci sono parecchie strade che intersecano con l’arteria principale, a differenza di quanto accade sui tratti autostradali».

E le infrastrutture che voto meritano?

«Alto. Le strade negli anni sono migliorate, sono tenute meglio e complessivamente più sicure. Uno dei problemi da risolvere è quello dell’illuminazione: il maggior numero di incidenti avviene proprio nelle ore serali, soprattutto a ridosso degli orari di chiusura degli uffici. Per il resto, l’attività delle forze dell’ordine che operano per prevenzione e repressione, è egregia sotto ogni profilo».

I primi dati del 2017 cosa dicono?

«Che aumentano incidenti e feriti, mentre diminuiscono i morti. I rapporti locali confermano la tendenza nazionale».

C’è poi l’aspetto della (mal)educazione stradale.

«Imparare a guidare in sicurezza è questione di abilità, di saper controllare la distanza di sicurezza, calcolare la distanza del sorpasso. Vuole sapere una cosa? Servirebbero dei corsi di aggiornamento per gli automobilisti, da frequentare a cadenza regolare. Anche in Friuli non mancano le possibilità: anche noi, con le istituzioni, organizziamo parecchie occasioni di formazione».

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