La situazione a Udine: i positivi toccano quota 707 e il personale sanitario è allo stremo: sciopero degli infermieri

UDINE. Cresce il numero di positivi al Covid in città (lunedì, 24 novembre, erano 707) e il personale sanitario ormai è allo stremo delle forze. Per questo il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, ha manifestato davanti al Santa Maria della Misericordia, chiedendo un «intervento alla politica per raddrizzare le cose».

Vista la situazione di emergenza, l’80% del personale è stato precettato dalla prefettura, e quindi non ha avuto la possibilità di unirsi alla protesta. Ma il Nursind assicura che l’adesione, tra chi poteva scendere in piazza, è stata massiccia. La situazione nell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale è definita «drammatica» dal sindacato, che lamenta «carenza di oltre trecento infermieri, mancanza di programmazione e confusione generalizzata», con il personale sanitario «costretto a turni massacranti».

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Anche perché tra gli addetti ai lavori ci sono 200 contagiati, che quindi non possono essere presenti sul proprio posto di lavoro. La problematica non riguarda soltanto l’ospedale di Udine, ma tutti i presidi sanitari della regione, come rileva il segretario del Nursind, Afrim Caslli, il quale lamenta carenza delle dotazioni legate ai dispositivi di protezione individuale in diversi Pronto soccorso, oltre che delle piastre dell’emergenza degli ospedali friulani, da Udine a Palmanova.

Proprio il Pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia nelle scorse settimane è stato colpito da una serie di casi di positività tra il personale medico e infermieristico, che ha costretto la direzione aziendale a rimodulare la distribuzione degli addetti per garantire il servizio. «Quel che temevamo si è puntualmente verificato: il personale sanitario sta passando, in molti casi, dall’altra parte della barricata, dal fornire assistenza all’essere pazienti», sottolinea il segretario provinciale del Nursind udinese.



Che la situazione in città stia diventando preoccupante lo certificano i numeri. In città i positivi sono 707, con 18 persone decedute e 726 guarite. Il picco di questa seconda ondata si sta dimostrando più aggressiva rispetto a quella precedente, quando il numero massimo di positivi al Covid si fermò a 114 (il primo aprile).

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«L’assessore Giovanni Barillari – ha reso noto il sindaco Pietro Fontanini – ci ha relazionato in giunta sulla situazione in città e in ospedale. Purtroppo i numeri non sono confortanti, con 130 ricoverati totali nel reparto Covid, 55 dei quali in malattie infettive e 29 in terapia intensiva. Di questi, due, risultano particolarmente gravi. Ci è stato assicurato – ha aggiunto – che tutti i pazienti sono curati e che chi entra in ospedale a Udine viene assistito a dovere».


Detto questo Fontanini non ha nascosto la sua preoccupazione per l’aumento dei contagi: «Le raccomandazioni ai cittadini di sono sempre le stesse – ha insistito –: prestare la massima attenzione, mantenere le distanze interpersonali, indossare la mascherina, fare tutto il necessario, in sostanza, per limitare il contagio. Il consiglio che possiamo dare noi – ha concluso il sindaco – è di limitare gli spostamenti, perché in attesa che arrivi il vaccino, auspicabilmente a gennaio, questo è l’unico modo per evitare la trasmissione del virus. Teniamo duro ancora qualche mese».

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