La sfida di Pierino: «I miei vitigni pregiati ai piedi del Cjampon»

gemona
Alle loro spalle inizia il bosco e sopra il monte Cjampon, mentre a lato si erge il Cumieli con accanto sella Sant’Agnese: è lì che quest’anno si produrranno una dozzina di ettolitri di “Merlot dal peduncolo rosso”. Se si è abituati a pensare che il vino di alta qualità cresca sui colli e nel Friuli orientale, ebbene, la storia Pierino Forgiarini, 74 anni, produttore di vino per passione, dimostra che a Gemona, ai piedi del Cjampon, si può produrre un vino raro. Domani, nella sua tenuta ubicata nella frazione di Stalis si vendemmieranno le sue oltre seicento viti in un’annata che ha premiato ancora di più la scelta fatta: «Sei anni fa – racconta Pierino Forgiarini – mancò mio zio Pietro Copetti, noto come il “Gii” a Gemona. Mi lasciò alcuni ettari di terreno con le sue vecchie viti dove c’era di tutto: merlot, cjanorie, bacò, che venivano vinificati insieme come si faceva un tempo. Io mi sono messo in mezzo al campo e mi sono chiesto se era il caso di togliere tutto o continuare: purtroppo è anche difficile trovare qualcuno che venga a tagliare l’erba. Allora ho deciso di rinnovare le viti». Così Pierino decise di metterci piante di alta qualità: «Volevo produrre il cabernet – racconta – ma mi dissero che a Gemona e oltretutto in un’area montana come Stalis, non sarebbe venuto bene. Mi consigliarono il “Merlot dal peduncolo rosso”. Un po’ alla volta ho rinnovato le viti e ora sono oltre seicento: con il tempo sono arrivato a produrre sette ettolitri come l’anno scorso, ma quest’anno arriveremo a dodici grazie alla buona stagione».
Quell’uva è tenuta molto bene e già ad assaggiarla è possibile apprezzarne il sapore dolce che porta in sé: è il frutto dell’impegno di un pensionato che ci lavora tutto l’anno e che ora con soddisfazione si appresta vendemmiare degli acini che hanno già raggiunto una ottima parte zuccherina in grado di generare un vino molto consistente, di una gradazione che arriverà intorno ai 13°. «È un lavoro che dura tutto l’anno – dice Pierino –: terminata la cantina, sarà già il momento di tornare sulle piante, ma è un piacere». –
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