La rivincita di Scuffet: adesso per il web è un esempio da seguire

UDINE. La vita ti toglie e ti dà. Persino il web (e non poteva essere diversamente visti i tempi) ti toglie e ti dà. Quanti insulti s’è preso da tre anni a questa parte Simone Scuffet, 21 anni appena compiuti e finale di stagione da titolare prodigio nel 2014, per aver scelto, tre estati fa, appena diventato maggiorenne, di dire no ai soldoni dell’Atletico Madrid e restare a Udine completando il ciclo di studi superiori con l’agognato diploma?
Diventò lo zimbello del web, soprattutto da parte dei tifosi con la “t” minuscola quando, nella stagione successiva, venne dimenticato in panchina da Stramaccioni che lo preferì a Karnezis oppure, l’anno successivo, quando fu mandato in prestito a prendere una gragnuola di gol a partita a Como.
Frasi che riassumiamo così, scusandoci per la sintesi: “Poveretto quel portierino, dall’esordio a 17 anni in serie A, stimmate di nuovo Buffon impresse, alla panchina, tutto per aver scelto il diploma. Addio carriera, addio soldi”. E le critiche ai malcapitati genitori? “L’hanno rovinato, a quest’ora poteva essere a Madrid con un contratto d’oro”.
Ora, grazie al caso Donnarumma, il baby portiere che, spinto dal suo procuratore Mino Raiola (e alla famiglia?) ha detto no al Milan, puntando a un ingaggio milionario forse al Real Madrid, la svolta.
E la storia di Scuffet, l’impopolare decisione di crescere gradualmente a Udine ma senza smettere di sognare i grandi palcoscenici del calcio, diventa addirittura un modello da seguire. Sul web, oltre alla crocefissione del giovane portiere napoletano, si registra la riabilitazione di quello friulano.
Proprio nei giorni in cui i due ragazzotti stanno preparando l’esordio della loro Italia Under 21 all’Europeo che da ieri si sta giocando in Polonia. Chissà se in ritiro, tra una seduta di allenamento e l’altra, i due colleghi parlano delle loro scelte.
Una cosa è certa: se al momento per conto in banca (e forse talento, anche se non siamo tanto distanti) va in vantaggio Donnarumma, l’estremo difensore di Remanzacco pareggia, diciamo così, aggiudicandosi la coppa ...disciplina.
Del resto lui il pezzo di carta l’ha preso regolarmente nel 2015 (al Deganutti di Udine), Donnarumma non ancora. Aveva addirittura, due settimane fa, manifestato l’intenzione di diplomarsi da privatista un anno prima. Invece?
Ha scelto la Nazionale, Raiola e il conto in banca. Più di sei milioni l’anno di stipendio. Simone, sedendosi a un tavolo con i genitori, rinunciò ai circa 800 mila euro l’anno per 5 stagioni dell’Atletico Madrid.
Per crescere pian piano, a Udine non ne guadagna 300 mila l’anno, e i rumors dicono che sarà il titolare. Va a finire che ha avuto ragione. Guarda un po’ la vita.
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