La nuova Miss Italia si chiama Francesca, il Friuli nella top ten con Lisa Piran
A Salsomaggiore la finale del concorso di bellezza vinto dalla piemontese bergesio, protagonista la 22enne di Staranzano. In passerella anche Jenny Ferino, 19enne di Lestizza. Sgarbi: «Questo evento è un bene culturale»

UDINE. Come chiamarla? Miss Italia streaming 2023? Niente parabole né antenne per la piemontese diciannovenne Francesca Bergesio, figlia del senatore della Lega Giorgio Maria, la neo eletta regina d’Italy in quel di Salsomaggiore Terme, un ritorno a casa, ammirata solamente sugli schermi oled dei computer.
Proscenio doveroso per Lisa Piran, ventiduenne di Staranzano, fra le dieci talentuose più votate della finale. Da tempo una friulana non raggiungeva l’empireo, zona onorata da un monologo ben scritto sul ruolo contemporaneo di una giovane donna.
La Tv, però, è davvero mancata per una celebrazione degna sulla scia di una consuetudine che, al tempo, celebrò Sophia Loren e decine di altre meravigliose attrici diventate icone dello spettacolo italiano.
Miss Italia ha ottantaquattro anni e il festival di Sanremo settantatré. Pilastri dell’intrattenimento nazional popolare ben prima che il bussolotto televisivo irrompesse nei bar e nelle case dei cittadini benestanti il 3 gennaio 1954, eppure Raiuno una decina d’anni fa — dopo le stagioni gloriose di Frizzi e di Conti — staccò la spina al concorso dei Mirigliani, rimasto senza ossigeno per eccesso di moralismo dell’allora presidente della Rai Anna Maria Tarantola ben spalleggiata dalla presidente della Camera Laura Boldrini.
Il trasloco su La7 salvò momentaneamente baracca e bikini, ma nell’edizione 2023 del numero 84 di un atipico metà novembre, ci siamo accontentati della diretta streaming sparata ieri pomeriggio/sera dal sito del concorsone con tutte le limitazioni di una confezione casalinga gestita da una spumeggiante Jo Squillo con le quaranta prescelte attorno (dalle 6.700 partite speranzose) tutte Miss regionali “ufficiali” e plus.
Rispettando un minimo di campanilismo cominciamo a tifare senza ritegno per le friulane Jenny Ferino di Lestizza e per Lisa Piran di Staranzano, nonché per le vicine venete Vittoria Gasparin di Quinto di Treviso e per Luna Mariasole Meneguzzo di Brendola (Vicenza), quest’ultima eletta Miss Cinema Dr. Kleein Italia.
Sagace la scelta di consegnare la fascia di capitano della giuria a Vittorio Sgarbi (accompagnato nell’avventura da Hoara Borselli, Giuseppe Cruciani e da Giulia Salemi), che la sua impetuosa campagna pro bellezza l’ha urlata senza risparmiarsi. «La mia convinzione è che Miss Italia sia una festa come lo sono Sanremo e il Natale. La passerella più antica del Paese è un valore e le polemiche sono contro la tradizione. Proporrò al ministro Sangiuliano di riconoscere Miss Italia quale bene culturale e patrimonio dell’umanità», ha detto il sottosegretario alla Cultura poco prima di sparare ad altezza uomo: «Perché a Sanremo la Rai concede il bacio fra Fedez e Rosa Chemical e continua a negare il palcoscenico alle più belle ragazze del Paese? La cosa più triste di questa edizione è che non ci sia un canale che la trasmetta per una censura violenta e fascista. Il problema — e Sgarbi conclude prima di lasciare la sua postazione per curiosare da vicino le quaranta finaliste — è che qualcuno vuole abolire Miss Italia nel nome di una falsa tolleranza. Dobbiamo difendere i valori e la nostra storia». Boom.
Chissà se lo show del critico — stavolta condivisibile — smuoverà coscienze e i palinsesti del futuro?
Intanto, fra lacrime — quelle continuano a scendere nonostante le girls siano ben più forgiate rispetto a quelle del passato — esclusioni, delusioni e gioie le quaranta partite al galoppo a metà show sono rimaste venti, fra le quali Miss Friuli Venezia Giulia Lisa Piran e Miss Veneto Vittoria Gasparin.
Esplode un pensiero in corsa sul regolamento che da quaranta e venti prevede l’eliminazione di una regionale dando il via all’altra, affinché almeno una di ogni Regione, appunto, faccia un piccolo passo in avanti. Sgarbi solleva polvere e critica il sistema, proponendo un ripescaggio per chi è stata costretta a farsi da parte. «Le regole sono regole», dice Patrizia. Fine della polemica.
E una regola è stata anche una spigliatezza globale di una finalissima molto femminile senza che l’esteriorità abbia mai sovrastato le sacrosante vocazioni delle ragazze. Tralasciando le eccessive quattro ore e mezza di diretta. La Rai, comunque, ci pensi. C’è un’aria nuova.
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