La mostra di Illegio: un’estate di capolavori nel segno degli “Amanti”

TOLMEZZO. Ogni anno si crea sempre più attesa attorno alle mostre del Comitato di San Floriano di Illegio. Quale sarà il tema di quest’anno, dopo quello dedicato con successo nel 2015 al tema dei viaggiatori e dei pellegrini?
Lo svela in anteprima su Facebook don Alessio Geretti, l’intraprendente curatore del piccolo e visitassimo centro espositivo carnico incastonato tra le alture della Pieve di Illegio e le pendici del Monte Sernio alle spalle di Tolmezzo, attraverso un video che dice e non dice.
Ma intanto, con parole evocative e suadenti, come farebbe chi vuol sedurre, attira l’attenzione sulla conferenza stampa di presentazione ufficiale che avrà luogo fra dieci giorni, poco prima dell’apertura dei battenti prevista per il 21 maggio prossimo.
Sarà l’amore il tema centrale delle nuova mostra in programma fino all’8 ottobre. Amore sacro, amor profano. Un amore attorno a cui ruoteranno le passioni umane e quelle divine, declinate attraverso i grandi miti, le storie narrate nella Bibbia e quelle della letteratura.
Si intitolerà infatti “Amanti. Passioni umane e divine”. Un tema che nel titolo gioca, forse volutamente, sull’ambiguità di significato della parola “amanti”, vocabolo che nel sentire comune porta più verso un’interpretazione “proibita” - e sfido chiunque ad ammettere di non aver avuto questo primo pensiero - che non alla sua accezione etimologica pura di “coloro che amano”.
E che già per questo solletica maggiormente la curiosità del visitatore, che non si troverà davanti solamente ad opere di carattere sacro e che potrà riflettere sul valore universale di questo grande tema attraverso exempla virtuosi o dannati che documentano l’eterna storia dell’umanità. Si potrà ammirare la statua “Amore e Psiche” di Canova e forse un capolavoro di Caravaggio.
La tredicesima mostra internazionale - diciassettesima delle esposizioni realizzate dal Comitato a partire dal 2000 - ospiterà anche questa volta opere provenienti da collezioni internazionali, dipinti e sculture di autori che hanno un posto centrale nella storia dell’arte di tutti i tempi attraverso sette secoli di storia, con nomi italiani e stranieri.
«La mostra” - dichiara don Geretti - cercherà di risvegliare in tutti noi una domanda formidabile ed emozionante: che cos’è l’amore? In quell’intreccio benedetto e accidentato, carico di sospiri incantati e di malinconie struggenti che è la nostra vita, ci domandiamo da sempre cosa sia davvero l’amore, e se ne saremo raggiunti e se ne saremo degni».
Una domanda che non lascerà senza risposte e che nel suo valore didattico, culturale e religioso ne propone almeno una: «La mostra di Illegio - continua il curatore - propone una risposta, ripercorrendo le storie dei grandi amanti, liete e tragiche, e i miti antichi che percorrono una vera e propria teoria dell’amore, descrivendo non tanto il sentire dell’uomo passato, ma quello dell’uomo di sempre e aiutandoci ad approdare alla speranza cristiana dell’amore Divino, quando il Consorte che scende dal cielo si presenta, di noi invaghito, domandandoci la mano e presentandoci il suo anello sorprendente.
Questo troveremo a Illegio: e attraverso il tocco delicato delle tavole dorate del Medioevo, o dei profili divini del Neoclassico, o con i brividi impetuosi dei chiaroscuri del Barocco e del Romanticismo, potremmo davvero tutti percepire ancora l’importanza di una domanda centrale, poiché chi sa amare sa vivere».
Di sicuro, come sempre è accaduto, il visitatore troverà ancora una volta a Illegio, dopo aver attraversato le piccole case del borgo di 360 anime, aver ascoltato il rumore del ruscello e quello delle pale del mulino che macinano un’ottima farina, un’occasione di meditazione e di arricchimento culturale che vale il viaggio.
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