La metropolitana che viaggia solo sulla carta

PORDENONE. «Oggi vado Fiume Veneto». Con cosa? «Beh, ovvio, con la metropolitana, mica mi metterò in coda in auto...». Non siamo nel 2015 e verosimilmente non saremo nemmeno nel 2025.
La “metropolitana leggera” è inserita nel piano urbano della mobilità sostenibile che il consiglio comunale approverà lunedì, ma è destinata a restare sulla carta.
Una bella pagina del corposo documento, un bel sogno. Tanto che alcuni amministratori, a microfoni spenti, non hanno dubbi: «Farà discutere». Farà discutere, appunto. E basta.
Qualche dato, per farsi un’idea, relativo al 2014. Il riparto modale, si legge nel documento di sintesi del piano, appare «fortemente sbilanciato a favore della mobilità privata: a Pordenone, circa l’84 per cento dei movimenti avviene in automobile, il 9,5 per cento in bicicletta, il 6,5 sui mezzi del trasporto pubblico urbano».
Molti degli spostamenti in automobile sono limitati a tragitti di breve o brevissimo raggio. Le soluzioni, nelle pagine seguenti, ormai note: potenziamento e perfezionamento delle piste ciclabili, zone 30 chilometri orari, deviazione del traffico di attraversamento, eliminazione dei parcheggi lungo il ring, apertura della bretella sud, stalli scambiatori.
L’orizzonte di medio-lungo periodo «permette di concertare una serie di interventi d’area vasta». Alcuni sono già stati definiti dal piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità, delle merci e della logistica. Per Pordenone prevede la “gronda nord”, in grado di collegare Porcia, Fontanafredda, Roveredo in Piano e Cordenons senza passare per il capoluogo.
C’è poi da risolvere il “collo di bottiglia” lungo la Pontebbana, ovvero il Ponte Meduna. Alle infrastrutture viarie «si affianca la proposta di istituire un sistema territoriale metropolitano» tra Sacile, Pordenone e Casarsa, sfruttando la linea ferroviaria Venezia-Udine.
Alle stazioni esistenti, recita il documento, ovvero Sacile, Fontanafredda, Pordenone, Cusano e Casarsa, si aggiungono «altre fermate di progetto». Ovvero delle “stazioni metropolitane” a Porcia, Borgomeduna-via Udine e Fiume Veneto. Tale servizio «potrebbe costituire la prima tratta di una navetta veloce tra il Pordenonese e Portogruaro», già coperto dalla Venezia-Trieste, in corso di potenziamento nell’ambito del Corridoio 5.
Ma questa metropolitana leggera (in passato si era discusso anche di un veloce collegamento tra Pordenone e Oderzo, via Prata, di cui non si fa cenno nel documento) è destinata a restare sulla carta?
«Nel piano urbano della mobilità sostenibile – premette l’assessore comunale alla Viabilità Bruno Zille – ci sono molti aspetti concreti. Il capitolo relativo al sistema metropolitano su ferro intende aprire un dibattito sul potenziamento di una infrastruttura esistente, facendola funzionare al meglio. La Sacile-Casarsa c’è ed è elettrificata e a doppio binario e non occorre costruirla». Dunque, per l’assessore comunale, si tratta di aprire un confronto con Rfi «per capire se è possibile potenziare questa tratta».
Nulla di deciso, quindi, ma quella pagina di piano costituisce «un’idea per aprire un dibattito con i comuni contermini, sul futuro del trasporto veloce». L’intenzione è quella di dare vita a un «convegno per guardare al futuro in vista del completamento del Corridoio 5 e della mobilità sostenibile».
Siamo al passo dal sogno? «Per voi si chiama così, per noi quella pagina ha costituisce un atto politico. Il piano apre un dibattito con l’area vasta, è occasione per stimolare una riflessione. I sogni si mettono nel cassetto, ma se non ci fossero le idee non ci sarebbe nulla. Ricordiamoci, peraltro, che con il varo del piano siamo solo all’inizio di un processo».
Che in prima battuta tutelerà ciclisti e pedoni, poi gli automobilisti e, infine, chissà, i pendolari della metrò. Chi vivrà, vedrà.
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